Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Scusatemi se insisto sullo stesso argomento, posso sembrare ripetitivo, ma a me questa spirale inarrestabile di violenza omicida e non solo sulle donne in Italia – ho usato nei giorni scorsi il termine mattanza e mi piace molto che oggi un quotidiano autorevole come La Sicilia apra con questo titolo – sembra non solo spaventosa e inaccettabile, ma indegna di un Paese civile. Cosa stiamo a criticare i barbuti narcos che odiano le donne se da noi né la tanto lodata legge “codice rosso”, né i controlli sul territorio riescono a fermare l’orrore senza fine dei femminicidi ?E dunque anche oggi dedico l’apertura del mattinale, in omaggio alle povere vittime e alle famiglie distrutte, alla lista che si allunga: ieri due femminicidi, uno in Lombardia, l’altro in Calabria, sono arrivati 47 dall’inizio del 2021. Ad Agnosine, in Valsabbia, nel Bresciano, una donna, madre di due figli grandi, è stata uccisa dall’ex marito: la vittima, Giuseppina Di Luca, si era trasferita da un mese dopo la separazione dal marito Paolo Vecchia, di 52. Ieri mattina l’uomo ha raggiunto l’ex moglie a casa e l’ha colpita una decina di volte con un coltello sulle scale della palazzina, poi si è costituito ai carabinieri. Nella perquisizione effettuata dai carabinieri nell’abitazione dell’uomo sono stati trovati due coltelli: un pugnale e un coltello a serramanico che potrebbero essere l’arma del delitto.Qualche ora dopo la notizia del secondo omicidio. A Fagnano Castello, nel Cosentino, Sonia Lattari, 43 anni, madre di due figli, é stata massacrata al culmine di una lite con alcune coltellate dal marito, Giuseppe Servidio, di 52, che é stato fermato dai carabinieri. “Poco dopo pranzo – è il drammatico racconto di Repubblica – i vicini hanno sentito le urla, gli insulti, le disperate richieste d’aiuto della donna. Succedeva spesso. Da tempo fra i due coniugi i rapporti erano tesi e Sonia Lattari subiva i maltrattamenti del marito. Ma quando hanno sentito le grida disperate di Teresa, la figlia ventenne della coppia, i vicini hanno subito capito che si trattava di qualcosa di grave, probabilmente irreparabile, e subito hanno chiamato i soccorsi. Rientrata a casa, la ragazza ha trovato la madre ferita a morte, in un lago di sangue … l’Elisoccorso è atterrato quando per Sonia Lattari non c’era più nulla da fare. Vicino a lei il coltello da cucina con cui è stata massacrata, di Giuseppe Servidio nessuna traccia. Lo hanno poco dopo trovato i carabinieri, non lontano da casa, con i vestiti ancora sporchi di sangue. Fermato e portato in caserma, è stato immediatamente sottoposto a interrogatorio dal pm di Cosenza. Secondo quanto filtra, con il magistrato ha tentato di giustificarsi. Avrebbe perso – ha sostenuto – il lume della ragione nel corso di una discussione iniziata perché la donna era rientrata tardi la sera prima e la cosa non gli era andata giù. C’era un coltello da cucina lì e lo ha afferrato. Una versione che non sembra aver convinto gli inquirenti”.
Ma il bollettino di guerra non si ferma qui. I carabinieri di Sant’Agata Li Battiati, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Gravina di Catania e della Tenenza di Mascalucia, hanno arrestato un 47enne di Valverde accusato di atti persecutori nei confronti della ex, una 44enne di San Gregorio che lo aveva lasciato a causa del suo comportamento violento sfociato più volte in aggressione fisiche taciute ai più per paura di ritorsioni. Due notti fa l’uomo si è presentato in casa della ex dove, colto da un vero e proprio raptus, ha prima distrutto parte del mobilio dell’abitazione, poi ce l’è presa con gli strumenti tecnologici del figlio della donna e con il cagnolino, preso letteralmente a calci, per poi scagliarsi contro un amico della coppia e infine colpire la ex compagna e fuggire via. Il fuggitivo è stato fermato nei pressi della sua abitazione di Valverde dopo un lungo inseguimento a piedi e una violenta colluttazione. L’arrestato è nel carcere catanese di Piazza Lanza.
E ancora a Cammarata, nell’Agrigentino, un 37enne originario di Mussomeli si è arrampicato fino al terzo piano per raggiungere il balcone dell’ex compagna, attraverso il quale, dopo aver sfondato il vetro della finestra, si è introdotto all’interno dell’appartamento. La donna di 32 anni, nel tentativo di allontanare l’uomo, è stata con colpita uno schiaffo al volto che le ha fatto perdere l’equilibrio e cadere a terra. La vittima ha riportato tumefazioni allo zigomo giudicate guaribili in cinque giorni di prognosi prescritti dai medici dell’ospedale di Agrigento. Non aggiungo superflui commenti.
Dopo 19 mesi di custodia cautelare, inizia a sorpresa già nelle prossime ore il processo a Patrick Zaki, in cui lo studente egiziano dell’Università di Bologna rischia cinque anni di carcere. La prima udienza a Mansoura, in Egitto, nella seconda sezione del tribunale d’emergenza per la sicurezza dello Stato, arriva dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva dello studente. La sentenza tuttavia “non prevede diritto d’appello”, ha spiegato ad Aki-Adnkronos International Lubna Darwish, capo del dipartimento per i diritti delle donne e la difesa di genere dell’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’ong egiziana con cui collaborava lo studente dell’Università Alma Mater di Bologna. A Zaki è contestato uno scritto del 2019 in difesa della minoranza copta, di cui fa parte.Cadute le accuse più gravi di incitamento al “rovesciamento del regime” e al “crimine terroristico” che avrebbero comportato fino a 25 anni, l’accusa ora è di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” sulla base di un articolo pubblicato due anni fa. Il ragazzo rischia una multa o una pena fino a cinque anni di carcere, ha previsto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, segnalando che non è chiaro al momento quante udienze siano previste. Da varie parti politiche in Italia si chiede un intervento del governo del Super Tutto premier Mario Draghi, ma evidentemente i rapporti con l’Egitto non possono essere turbati. Cronaca fresca, ANSA Sicilia delle 7,21.
Un’operazione antidroga, denominata “Africo”, condotta dagli specialisti del Gico del Nucleo della Guardia di Finanza di Palermo, ha permesso di smantellare una vasta rete che gestiva lo spaccio di droga tra il quartiere “Zen 2” di Palermo e l’hinterland della zona occidentale del capoluogo fino a Carini. I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale nei confronti di 9 persone. Gli arrestati sono Khemais Lausgi, 33 anni, Salvatore Lo Franco, 42 anni; Antonio Lo Franco 23 anni; Francesco Alamia, 28 anni, Maurizio Sciortino, 41 anni, Maurizio Di Stefano, 44 anni, tutti finiti in carcere: Antonino Giuffré, 27 anni, Francesco Gelfo, 31 anni, Antonino Velardi, 32 anni, questi ultimi ai domiciliari. Sono accusati, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine dei finanziari è stata portata avanti tra la fine del 2018 e il 2019 (foto Ansa).
Per oggi è tutto ed è anche troppo. Di Green Pass sempre più esteso, bollette alle stelle, terza dose in arrivo, sondaggi sul presidente della Repubblica con la maggioranza della gente che vorrebbe ancora Mattarella a Quirinale, vi hanno raccontato e vi racconteranno abbondantemente giornali, tv e siti online.Buona giornata, ricordando Giuseppina Giusy Di Luca, Sonia Lattari e tutte le altre povere vittime dei loro assassini non uomini, ma quaquaraquà psicopatici convinti di essere loro padroni. Mi ripeto? Sì, lo farò all’infinito, questa infinita tragedia deve essere fermata.
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