#Tanomattinale 14 luglio 2021: mafia connection Torretta-New York, arresti, le storiacce di Ribera e Lentini, cadavere di donna a mare, autista eroe

Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno.

Oggi solo cronaca. Sulle stampa importante, di carta e online, leggerete a ascolterete tantissimo sui mega fatti della politica: il via libera dell’Ecofin per i piccioli all’Italia del Recovery, riforme permettendo, anche se le ombre che si addensano sulla riforma della giustizia – ribattezzata controriforma Cartabia da chi non è d’accordo – sono tantissime e la bagarre sul DDL Zan all’interno del Governo di disunità nazionale è alle stelle; la nuova indagine sul toscanello dalle tante facce per finanziamento illecito; la legge approvata per un voto all’Assemblea Regionale Siciliana sulla sanatoria per le zone “a inedificabilità relativa” che ha ovviamente fatto esplodere le polemiche. Cose grosse, che un vecchio pensionato dell’informazione che scrive per passione e con il cervello ormai un po’ liquefatto non è all’altezza di analizzare. E allora parto con una bella operazione antimafia fresca di stamattina. Racconta un flash ANSA delle 7,13: “I Carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 11 persone accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, detenzione di stupefacenti, favoreggiamento personale e tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Sono tutti componenti della famiglia mafiosa di Torretta, comune in provincia di Palermo, da sempre con solidi legami con la mafia newyorkese. Le indagini coordinate dalla Dda hanno portato nove persone in carcere, una agli arresti domiciliari e una all’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Al centro dell’indagine, condotta dal Nucleo investigativo dei Carabinieri e coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, ci sono il mandamento di Passo di Rigano e la famiglia mafiosa di Torretta, comune con poco più di 4.000 abitanti nell’hinterland palermitano, da sempre roccaforte mafiosa alleata dei cosiddetti ‘scappati’, boss della fazione sconfitta dai corleonesi di Totò Riina al termine della seconda guerra di mafia e costretti all’esilio negli Usa. Ruolo di rilievo nel clan avrebbe Raffaele Di Maggio, figlio dello storico esponente mafioso Giuseppe Di Maggio detto ‘Piddu’, morto nel gennaio 2019. Fedelissimi del boss erano Ignazio Antonino Mannino, Calogero Badalamenti cui era stata affidato il controllo sul territorio di Bellolampo, Lorenzo Di Maggio, scarcerato nell’agosto del 2017 e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Carini, Calogero Caruso, ritenuto una figura di vertice della ‘famiglia’, il nipote Filippo Gambino e Calogero Christian Zito, che faceva la spola tra la Sicilia e gli Usa”. Ancora mafia connection tra Sicilia e Stati Uniti, come sempre.

Da Torretta a Ribera, nell’Agrigentino. È quella dell’omicidio-suicidio l’ipotesi investigativa su cui i carabinieri di Ribera puntano per cercare di chiarire i contorni del ritrovamento dei due anziani coniugi morti all’interno della loro abitazione in via Parlapiano.Il 74enne Girolamo Vaccaro, portalettere in pensione, avrebbe ucciso la moglie, Angelica Cocchiara, di 75 anni, casalinga, sparandole alla testa, per poi togliersi la vita con la stessa pistola, che deteneva legalmente. Era considerata dai vicini una coppia tranquilla, la vicenda ha provocato molto stupore in paese. Stando a quanto si apprende da fonti investigative pare che la donna fosse malata. Da giorni i vicini di casa non avevano più notizie dei due coniugi, e per questo hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri, che ieri sono entrati nell’appartamento. I coniugi Vaccaro non avevano figli.

Altra storiaccia nel Siracusano. I carabinieri del Ris di Messina sono a Lentini per una serie di sopralluoghi nell’appartamento in via Gorizia di Lucia Marino, la 56enne ritrovata cadavere venerdì scorso, e nel garage di via Murganzio dove, nella serata di sabato, è stata invece trovata la madre Francesca Oliva, 80 anni. L’anziana si trovava all’interno di una bara, o meglio della parte interna in zinco di una bara, in stato di decomposizione. Su ordine della Procura di Siracusa, che ha aperto un fascicolo sulla morte delle due donne che vivevano insieme, i militari stanno cercando di raccogliere elementi, come tracce organiche, per chiarire cosa sia successo.E’ stata eseguita l’autopsia sul corpo della 56enne che era in avanzato stato di decomposizione: un esame necessario per capire le cause del decesso. L’autopsia della madre avverrà probabilmente nella giornata di oggi. Esami fondamentali per cercare di saperne di più su una vicenda tristissima che assume sempre più i contorni del giallo, visto dove stati ritrovati i corpi.Così come sarà l’autopsia a stabilire se la donna apparentemente 50enne, il cui corpo senza vita è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco nelle acque antistanti il porticciolo Rossi di Catania, sia morta per annegamento. Non è ancora chiaro infatti cosa è accaduto in quel tratto di mare della scogliera di lava catanese. L’autorità giudiziaria ha deciso di indagare.

Chiudo con un gesto eroico. Ventiquattro ragazzi sono stati messi in salvo dall’autista prima che un autobus prendesse fuoco in galleria lungo la Superstrada 36 che collega Lecco alla provincia di Sondrio. L’incidente è avvenuto all’altezza di Lierna, in provincia di Lecco. L’autista si è accorto che qualcosa non andava: è riuscito a fermarsi e a far scendere i ragazzi diretti a Livigno per un campo estivo, provenienti dalla provincia di Como. Sono stati messi al sicuro prima che le fiamme avvolgessero il mezzo. Solo 7 sono stati trasportati al pronto soccorso di Lecco per accertamenti in codice verde a causa dell’inalazione del fumo: tre quattordicenni, tre quindicenni e un sedicenne. L’intervento dei Vigili del fuoco, fanno sapere dalla centrale, è iniziato intorno alle 9.30 ed è proseguito fino alle 12. Il mezzo che ha preso fuoco apparteneva al Comitato della Croce rossa di Como e trasportava i 24 ragazzi diretti a Livigno per una settimana di villeggiatura. La Croce rossa in una nota ha ricostruito nel dettaglio cosa è successo: l’autista accortosi dell’esplosione di una gomma ha notato che il veicolo aveva preso fuoco e l’incendio rapidamente si stava propagando. Prontamente i ragazzi, tutti minori, sono stati fatti scendere e instradati nel corridoio di sicurezza della galleria.

E’ tutto, grazie sempre per la vostra attenzione e buona giornata.