Tanomattinale

#Tanomattinale 13 marzo 2022: femminicidio (forse) a Lentini; guerra in Ucraina: l’appello disperato i Papa Francesco, notte di bombe e sirene, anche Donaldo evoca la Terza Guerra Mondiale, colloqui in video tra le delegazioni, le minacce russe a Svezia e Finlandia e le esercitazioni Nato in Norvegia; Coviddi di nuovo in crescita in crescita in Cina, paure e chiusure

Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.

Oggi mi tocca aprire, non mi fa per nulla piacere, con un nuovo femminicidio (forse) in Sicilia. Una donna è stata assassinata, forse, nella sua abitazione a Lentini, nel Siracusano. Viveva in una casa nel quartiere Santamaravecchia, in via Ronchi nel centro storico. A dare l’allarme alle forze dell’ordine è stato il marito, dicendo che la moglie era a terra priva di vita. La vittima è una quarantenne nordafricana che sarebbe stata uccisa, forse, con una coltellata alla gola. Sull’accaduto indagano poliziotti della squadra mobile di Siracusa e del commissariato di Lentini e la Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta. Uso tutti questi forse perché il marito 45enne, sentito dalle forze dell’ordine, avrebbe fatto intendere che il decesso sarebbe riconducibile ad un incidente o ad un suicidio. Ma dopo il primo sopralluogo, compiuto nell’appartamento della coppia, gli investigatori pensano all’omicidio, In queste ore viene interrogato anche il figlio 19enne.

Guerra Russia- Ucraina, giorno 18. Continuano le urla nel silenzio di Papa Francesco. L’ultimo suo tweet è un appello disperato: “Mai la guerra! Pensate soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna: bambini morti, feriti, orfani; bambini che hanno come giocattoli residui bellici… In nome di Dio, fermatevi!”Dal campo di battaglia. Le sirene hanno suonato in piena notte in tutta l’Ucraina, anche nell’ovest considerato fino ad oggi relativamente al sicuro dall’avanzata della Russia. Esplosioni sono state riportate anche a Leopoli che, secondo il Kyiv Independent, è sotto attacco di missili. Kiev sembra sempre più accerchiata e Mariupol allo stremo, l’esercito di Mosca colpisce duramente anche Kherson dove poche ora fa il consiglio regionale ha respinto il possibile referendum russo per l’indipendenza per creare una Repubblica popolare simile a quelle create nel 2014 e nel 2015 nelle province del Donetsk e del Luhansk.

Non poteva mancare Donaldo Trump: parlando in South Carolina, l’ex presidente degli Stati Uniti ha avvertito che quanto sta accadendo in Ucraina “potrebbe portare alla terza guerra mondiale”. Trump prevede che le cose “andranno di male in peggio” perché “non abbiamo nessuno che possa parlare con lui. E naturalmente ci mette il carico da undici da campagna elettorale: “Avevate in me qualcuno che poteva parlarci: nessuno è stato più duro di me con la Russia”, ha affermato, definendo il presidente russo Vladimir Putin come una persona motivata a determinata. “Non sarebbe mai dovuto accadere. Se avesse avuto rispetto per il nostro presidente non sarebbe mai accaduto”, ha aggiunto. In precedenza, in un’intervista rilasciata a Fox News, Donaldo ha aggiustato il tiro dopo le sue prime dichiarazioni sulla guerra, nelle quali aveva definito Vladimir Putin “un genio”.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia “è veramente un crimine contro l’umanità” che “deve finire presto”, ha dichiarato tra le altre cose. Per l’ex presidente “il problema di Putin è che ha un ego molto grande” e “se si ferma ora, sembrerà per lui una grossa sconfitta, anche se conquisterà un po’ di territorio extra”. Oggi uso come fonte l’informatissima agenzia Interfax. Traduco dall’inglese integralmente l’aggiornamento sulle trattative che comunque in qualche modo procedono: “I colloqui dell’Ucraina con la delegazione russa continuano senza interruzioni tramite collegamento video e sono stati istituiti speciali sottogruppi di lavoro, ha affermato Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio del presidente ucraino. “I negoziati con la delegazione RF sono ora in corso in un formato video continuo. Sono stati creati speciali sottogruppi di lavoro. Le posizioni dell’Ucraina sono determinate dalle direttive precedenti”, ha affermato Podolyak su Twitter. Il segretario stampa presidenziale russo Dmitry Peskov ha affermato in precedenza che i colloqui tra Russia e Ucraina stanno proseguendo tramite collegamento video. Proseguono i colloqui tra le delegazioni ucraina e russa sulla fine del conflitto: “è iniziata una conversazione”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “I nostri diplomatici stanno lavorando e stanno discutendo i dettagli dell’agenda che potrebbe esistere tra noi e la Federazione Russa”, ha detto Zelensky durante un incontro con giornalisti stranieri a Kiev sabato. “Sono contento, in linea di principio, che ci sia almeno un segnale dalla Federazione Russa”, ha detto.

Il fatto che la Russia abbia abbandonato una tattica di ultimatum è un “approccio fondamentalmente diverso”, ha affermato. Zelensky ha anche parlato a favore dell’adesione dei leader occidentali ai colloqui Ucraina-Russia. Non solo la Russia, ma anche i leader di altri paesi dovrebbero dare garanzie di sicurezza all’Ucraina, ha aggiunto. Zelensky ha affermato di aver già passato ad alcuni presidenti di paesi occidentali questioni all’ordine del giorno dei colloqui Ucraina-Russia sulla fine del conflitto.”Vedremo”, ha concluso”. Ma ci sono anche le minacce della Russia che si allargano. Traduco ancora da Interfax, agenzia di stampa russa, non governativa, con sede a Mosca: “La possibile adesione della Svezia alla NATO avrebbe gravi conseguenze militari e politiche e richiederebbe alla Russia di adottare misure di ritorsione, ha affermato il direttore del secondo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo Sergei Belyayev.

“È ovvio che l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO, che è in primo luogo un’organizzazione militare, avrebbe gravi conseguenze militari e politiche che richiederebbero l’uso per rivedere l’intera gamma delle relazioni con questi paesi e adottare misure di ritorsione”, ha affermato Belyayev in un intervista ad Interfax. È troppo presto per parlare della natura specifica di tali misure, ha affermato. Mosca considera la tradizionale politica di non coinvolgimento della Finlandia e della Svezia nei blocchi militari radicata nei documenti di programma dei governi di questi paesi come “un fattore importante per garantire sicurezza e stabilità nel nord Europa e nel continente europeo in generale”, ha affermato. “Ma non possiamo ignorare la crescente intensità dell’interazione pratica di Helsinki e Stoccolma con la NATO, inclusa la partecipazione alle esercitazioni militari dell’alleanza, la fornitura da parte di Finlandia e Svezia del suo territorio per tali manovre condotte in prossimità dei confini russi, compresa l’imitazione degli attacchi degli Stai Uniti con armi nucleari contro il cosiddetto “nemico comparabile”, ha detto Belyayev.

Alcuni paesi della NATO, in primo luogo gli Stati Uniti, fanno uno sforzo deliberato per attirare questi due paesi nella NATO, anche attraverso l’influenza della propaganda sull’opinione pubblica, ha affermato. “Nel valutare la discussione sui rapporti con la Nato in corso in Finlandia e Svezia bisogna prestare attenzione alle dichiarazioni delle autorità dei paesi e alle opinioni degli esperti militari, piuttosto che alle isterie nei media. E sono dell’opinione che non c’era e non vi è alcuna minaccia militare diretta per la Finlandia e la Svezia”, ​​ha affermato il diplomatico. Helsinki e Stoccolma sono ben consapevoli del “perché gli Stati Uniti e la NATO hanno bisogno di finlandesi e svedesi nell’alleanza”, ha affermato”Intanto, ad accrescere le tensioni, la notizia che la Nato invierà 30.000 militari, 200 aerei e 50 imbarcazioni in Norvegia per le esercitazioni “Cold Response 2022” che inizieranno il 14 marzo. Le esercitazioni erano in programma da tempo ma, riporta Bbc, alla luce dell’invasione in Ucraina assumono un valore maggiore anche perché si tengono non lontano dal confine della Russia. Coviddi, non è affatto finita e bisogna parlarne.

Mentre sono riprese le discussioni internazionali sulla diffusione del virus all’origine, l’ANSA ci informa che la Cina ha segnalato ieri un totale di 3.393 nuovi casi di Covid-19, di cui 1.807 di trasmissione domestica, 131 importati e 1.455 asintomatici. Lo ha reso noto la Commissione sanitaria nazionale, riportando la cifra più alta da febbraio 2020, nel pieno della crisi di Wuhan, il capoluogo dell’Hubei finito in lockdown dove è stato rilevato per la prima volta il coronavirus su scala globale. Per i cinesi è un’ondata straordinaria di contagi a livello nazionale malgrado la ‘tolleranza zero’, con oltre 40 focolai, dovuti alla variante Omicron, che ha visto le autorità chiudere le scuole a Shanghai e bloccare diverse città del nordest. Dei 1.807 casi domestici, quattro volte i 476 rilevati venerdì, 1.412 sono stati accertati nella provincia di nordest di Jilin, 175 nello Shandong e 62 nel Guangdong.

La città di Jilin è stata parzialmente bloccata, con centinaia di quartieri sigillati, secondo quanto riferito dai media locali. La Cina mantiene la rigorosa politica ‘zero Covid’, basata su blocchi immediati, restrizioni ai viaggi e test di massa di fronte ai focolai, ma l’ultima ondata, guidata dalla variante Omicron altamente trasmissibile e da un picco nei casi asintomatici, sta sfidando questo approccio. I residenti di Jilin hanno completato sei cicli di test di massa, secondo i funzionari sanitari locali, ma la città ha segnalato oltre 500 casi Omicron, mentre la vicina città di Changchun, una base industriale di nove milioni di persone, è in lockdown da venerdì.Anche se se ne parla sempre di meno, in Italia benissimo non va.

Chissà cosa farebbero qui i cinesi a fronte dei numeri delle ultime 24 ore: 53.825 nuovi casi e 133 morti da coronavirus. I tamponi sono stati 417.777 tra antigenici e molecolari e la positività è risalita al 12,9% (+0,4%). Calano i ricoveri sia nelle terapie intensive (-14) che nei reparti ordinari (-40). E in Sicilia nelle ultime 24 ore i casi di Sars-COV2 sono stati 5.335 su 31.004 tamponi processati e l’indice di positività è salito al 17,2%. Sono 7 i decessi e 5.623 i guariti. In calo i ricoveri in regime ordinario (-37 sul dato di ieri), in aumento quelli in terapia intensiva (+3). La Sicilia è al quarto posto nella classifica per numero di casi.E’ tutto. Buona giornata.

(foto dal web)

Gaetano Perricone

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