Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Oggi, per non battere sempre subito sul dolentissimo tasto della guerra che ci tiene in grande ansia, apro con il “buco nero”, una notizia a quanto pare straordinaria per il mondo scientifico, annunciata ieri in diretta in Italia nell’eccellente programma di divulgazione Leonardo di Rai 3. Io ne capisco poco, come credo tanti di noi, ma mi rendo conto che si tratta di una cosa davvero importante per la scienza e soprattutto sono rimasto molto affascinato dalla foto. Ma ecco la prima parte del comunicato, molto chiaro, dell’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica: “Svelata la prima immagine del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Questo risultato è una prova schiacciante che questo oggetto è a tutti gli effetti un buco nero e fornisce indizi importanti per comprendere il comportamento di questi corpi che si ritiene risiedano al centro della maggior parte delle galassie.
A ottenere questa immagine, grazie a una rete globale di radiotelescopi, la Collaborazione Event Horizon Telescope (Eht), un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatrici e ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica, dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Cagliari L’attesissima immagine mostra finalmente l’oggetto massiccio che si cela al centro della nostra galassia. Già in passato gli scienziati avevano scoperto stelle che si muovevano intorno a un corpo invisibile, compatto e molto massiccio al centro della Via Lattea.
Quelle osservazioni suggerivano che l’oggetto in questione, chiamato Sagittarius A* (Sgr A*), fosse un buco nero, e l’immagine resa pubblica oggi fornisce la prima prova visiva diretta a sostegno di questa ipotesi. Anche se non possiamo vedere il buco nero stesso, perché non emette luce, il gas che brilla attorno a esso possiede un aspetto distintivo: una regione centrale scura (chiamata “ombra” del buco nero) circondata da una struttura brillante a forma di anello. La nuova immagine cattura la luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole. «Siamo rimasti sbalorditi da quanto le dimensioni dell’anello siano in accordo con le previsioni della teoria della relatività generale di Einstein», commenta Geoffrey Bower, Eht project scientist all’Academia Sinica di Taipei, Taiwan e alla University of Hawaiʻi at Mānoa, negli Stati Uniti. I risultati sono descritti in una serie di articoli pubblicati oggi su un numero speciale della rivista The Astrophysical Journal Letters.
«È uno straordinario risultato della cui portata riusciremo a renderci conto davvero solo con il tempo», dice la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa. «Complimenti al grande e globale gruppo di lavoro che ha consentito di raggiungerlo e, all’interno di questo, alle scienziate e agli scienziati italiani. Questa scoperta dimostra come le reti collaborative di ricerca internazionale siano fondamentali per il progresso di tutti, di come sia importante per l’Italia farne parte investendo, in modo continuo e stabile negli anni, in grandi infrastrutture di ricerca e di dati, per rafforzarle e implementarle sempre di più, e di come si debba fare uno sforzo per preservare queste reti anche in momenti di crisi».
Il buco nero, che si trova a circa 27mila anni-luce dalla Terra in direzione della costellazione del Sagittario, appare nel cielo con una dimensione pari a quella che avrebbe una ciambella sulla Luna. Per realizzarne l’immagine, il team ha creato il potente Eht mettendo insieme otto osservatori radio-astronomici in tutto il mondo per creare un unico telescopio virtuale dalle dimensioni del pianeta Terra. Eht ha osservato Sgr A* per diverse notti nell’aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si effettua un’esposizione lunga con una macchina fotografica”.
Guerra Russia- Ucraina giorno 79. Sul campo continuano con grande violenza i bombardamenti a tappato: le truppe russe hanno colpito il distretto di Kryvyi Rih nella regione di Dnipropetrovsk, nel sudest, usando anche munizioni vietate al fosforo e a grappolo, secondo quanto riferito su Telegram dal capo dell’amministrazione militare, Oleksandr Vilkul, riporta Ukrinform. La notizia dell’accelerazione del percorso di ingresso della Finlandia nella Nato ha fortemente accresciuto la tensione internazionale con toni inquietanti.La notizia l’ha dato al mondo la CNN. La traduco dall’inglese dal sito dell’emittente statunitense: “Giovedì il presidente e il primo ministro della Finlandia hanno annunciato il loro sostegno all’adesione alla NATO, spostando la nazione nordica, che condivide un confine di 800 miglia con la Russia, un passo più vicina all’adesione all’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti. Il Cremlino ha subito risposto dicendo che la mossa sarebbe una minaccia per la Russia. Era attesa la dichiarazione di sostegno alla NATO del presidente Sauli Niinisto e del primo ministro Sanna Marin, dopo che il governo finlandese ha recentemente presentato al parlamento del paese un rapporto sulla sicurezza nazionale che ha delineato il percorso per l’adesione all’alleanza come una delle opzioni della Finlandia.
Nella dichiarazione congiunta, Niinisto e Marin hanno affermato: “L’adesione alla NATO rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia. In quanto membro della NATO, la Finlandia rafforzerebbe l’intera alleanza di difesa. La Finlandia deve presentare domanda per l’adesione alla NATO senza indugio. Speriamo che le misure nazionali siano ancora necessarie per prendere questa decisione entro pochi giorni”. La decisione definitiva verrà annunciata a quanto sembra già domenica. “Durante questa primavera si è svolta un’importante discussione sulla possibile adesione della Finlandia alla Nato”, prosegue il comunicato sottolineando che “c’è voluto del tempo per lasciare che il Parlamento e l’intera società prendessero posizione sulla questione. È stato necessario del tempo per stretti contatti internazionali con la Nato e i suoi Paesi membri, nonché con la Svezia. Abbiamo voluto dare alla discussione lo spazio necessario”.
Lapidario il commento di Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza Atlantica: l’adesione della Finlandia alla Nato avverrà “senza intoppi” e rapidamente. Il governo svedese, inoltre, ha convocato una riunione straordinaria per lunedì prossimo per prendere una decisione formale sulla domanda di adesione alla Nato. Immediatamente dopo l’incontro, a meno di imprevisti, verrà presentata la domanda. Lo scrive il quotidiano svedese Expressen.Più tardi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che l’adesione della Finlandia all’alleanza sarebbe stata una minaccia per la Russia e non avrebbe contribuito a una maggiore sicurezza.
“Come abbiamo già detto molte volte, l’espansione della NATO non rende il mondo più stabile e sicuro”, ha detto Peskov ai giornalisti. Ha aggiunto che la reazione della Russia dipenderà dall’attività della NATO vicino ai suoi confini. “Dipenderà da cosa comporterà questo processo di espansione, da quanto lontano e quanto vicino ai nostri confini si sposterà l’infrastruttura militare”, ha affermato Peskov. Il portavoce ha aggiunto che la Russia analizzerà la situazione con l’ingresso della Finlandia nella NATO ed elaborerà le misure necessarie per garantire la propria sicurezza. Peskov – come ha riferito la Tassa, agenzia di stampa ufficiale russa – ha anche detto ai giornalisti che: “Tutti vogliono evitare uno scontro diretto tra Russia e NATO: sia Russia che NATO e, soprattutto, Washington”. Ha aggiunto, tuttavia, che la Russia sarà pronta a dare “la risposta più decisiva” a coloro che cercheranno di essere coinvolti nell'”operazione militare speciale” del Paese in Ucraina: l’eufemismo ufficiale del Cremlino per la guerra russa”.
Sono arrivate quasi contemporaneamente dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione Russa Dmitry Medveded, decisamente “super falco” accanto a Putin, sul suo canale Telegram parole quanto mai minacciose: “I discorsi interminabili degli analisti stranieri sulla guerra della NATO con la Russia non si placano. Inoltre, il cinismo delle “teste parlanti” occidentali sta diventando sempre più schietto. Stanno cercando con tutte le loro forze di introdurre nell’agenda la tesi secondo cui la Russia sta spaventando il mondo con la minaccia di un conflitto nucleare. Anche Trump di recente è uscito con questo argomento. Vero, ovviamente, solo per far dispetto a Biden. E, naturalmente, gli europei squittiscono con le loro voci sottili. Nel contesto della guerra per procura scatenata dai paesi occidentali con la Russia, voglio articolare ancora una volta molto chiaramente cose che sono già così ovvie per tutte le persone ragionevoli. I paesi della NATO che pompano armi all’Ucraina, preparano le sue truppe all’uso dell’equipaggiamento occidentale, inviano mercenari e conducono esercitazioni dei paesi dell’alleanza vicino ai nostri confini aumentano la probabilità di un conflitto diretto e aperto tra la NATO e la Russia invece della loro “guerra per procura”. Un tale conflitto rischia sempre di trasformarsi in una vera e propria guerra nucleare. Questo sarà uno scenario catastrofico per tutti. È tutto. Pertanto, non mentite a voi stessi e agli altri. Dovete solo pensare alle possibili conseguenze delle vostre azioni. E non soffocate con la vostra stessa saliva nei parossismi della russofobia!””.
Ancora Tass: “La colpevolezza per le conseguenze globali delle sanzioni contro la Russia, compresa la possibile fame in un certo numero di paesi, spetta ai paesi occidentali che per amore del loro dominio sono pronti a sacrificare il resto del mondo, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un incontro su problemi economici giovedì. Ha osservato che un certo numero di paesi sta già affrontando le minacce della fame e se le sanzioni contro la Russia continuano, anche l’UE potrebbe incontrare conseguenze che sarebbero difficili da invertire. “La colpa di questo è interamente e completamente delle élite dei paesi occidentali che per preservare il loro dominio globale sono pronte a sacrificare il resto del mondo”, ha affermato il leader russo”.Il consiglio per i diritti umani dell’Onu ha votato ieri a larga maggioranza a favore dell’apertura di un’inchiesta sulle presunte gravi violazioni commesse dalle forze russe in Ucraina contribuendo così a rafforzare la pressione diplomatica su Mosca. In particolare il consiglio ha approvato per 33 voti favorevoli a due la bozza di risoluzione presentata dall’Ucraina per avviare un’indagine su presunte violazioni nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy fra la fine di febbraio e marzo. Più di 6 milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina dal lancio dell’operazione speciale russa, ha affermato intanto l’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).
Secondo l’organizzazione, più di 3,2 milioni di loro si sono trasferiti in Polonia, circa 895.000 in Romania e oltre 785.000 in Russia. Rifugiati dall’Ucraina sono stati ricevuti anche in Ungheria (583.000), Moldova (459.500), Slovacchia (409.500) e Bielorussia (27.300). Allo stesso tempo, l’UNHCR ha osservato che più di 1,6 milioni di ucraini erano tornati in Ucraina dal 28 febbraio.Lancia l’allarme sul calo demografico e sulle sue cause il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel forte messaggio inviato al Presidente della Fondazione per la Natalità e del Forum delle Associazioni Familiari, Gianluigi De Palo in occasione degli Stati Generali della Natalità.
Dal sito Quirinale.it: “La struttura demografica del Paese soffre di gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra società.Un fenomeno accentuatosi con la pandemia e che ha generato nuove disuguaglianze e una diffusa precarietà che scoraggia i giovani nella costruzione di una famiglia. Le azioni previste nell’ambito della legge delega 32/2022, recentemente approvata dal Parlamento, meritano di essere rapidamente rese esecutive, per contribuire alla ripartenza del Paese. La accentuata diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e segnala una difficoltà. Occorre insistere nel perseguire condizioni che consentano alle giovani generazioni di costruire il proprio futuro e, in questo senso, va garantita piena dignità ai giovani, alle donne, alle famiglie. Assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese, favorendo la famiglia e l’adempimento dei relativi compiti, è responsabilità delle istituzioni a tutti i livelli, come prescrive l’art.31 della Costituzione, che ci richiama, conseguentemente, alla tutela della maternità, dell’infanzia e della gioventù “favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Il tema è di particolare attualità per le donne che devono affrontare ancora oggi troppi impedimenti e difficoltà per raggiungere una piena parità e un apporto essenziale può venire dalla conciliazione dei tempi di cura della famiglia e dei tempi di lavoro. È questione che interpella anche le imprese e la loro funzione sociale. Non può esservi opposizione tra impegno professionale, attività lavorativa e scelta di maternità. La Repubblica non può privarsi dei talenti della piena partecipazione femminile. Non è il lavoro ad allontanare dalla maternità bensì le carenze a supporto della stessa. Le politiche per la famiglia sono un contributo essenziale allo sviluppo equilibrato e sostenibile del Paese. La presenza nel dibattito pubblico di questi temi è particolarmente preziosa e mi è grato, quindi, inviare a quanti prenderanno parte a questa edizione degli Stati Generali della natalità l’augurio di buon lavoro».
E c’è anche, su questo tema, il forte messaggio di Papa Francesco. Ecco alcune sue parole dal sito Vatican.va: “C’è una periferia esistenziale in Occidente, poco vistosa, che non si nota immediatamente. È quella delle donne e degli uomini che hanno il desiderio di un figlio, ma non riescono a realizzarlo. Molti giovani faticano a concretizzare il loro sogno familiare. E allora si abbassa l’asticella del desiderio e ci si accontenta di surrogati mediocri, come gli affari, la macchina, i viaggi, la custodia gelosa del tempo libero… La bellezza di una famiglia ricca di figli rischia di diventare un’utopia, un sogno difficile da realizzare. Questa è una nuova povertà che mi spaventa. È la povertà generativa di chi fa lo sconto al desiderio di felicità che ha nel cuore, di chi si rassegna ad annacquare le aspirazioni più grandi, di chi si accontenta di poco e smette di sperare in grande. Sì, è una povertà tragica, perché colpisce gli esseri umani nella loro ricchezza più grande: mettere al mondo vite per prendersene cura, trasmettere ad altri con amore l’esistenza ricevuta”.
Cronaca nera. Disposto – ci racconta l’Ansa – il fermo nei confronti dei tre familiari sospettati per la morte di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato morto in un pozzo di fronte alla casa dove viveva a Cerrè Marabino, frazione del Comune di Toano, nell’Appennino Reggiano. Il genero Riccardo e la figlia Silvia sono indagati con le accuse di omicidio, occultamento del corpo e sequestro di persona, mentre la moglie Marta solo per occultamento di cadavere. Tutti e tre sono stati portati in carcere a Reggio Emilia dai carabinieri, perché sussistono “i gravi indizi di colpevolezza”. Interrogati dal sostituto procuratore Piera Cristina Giannusa, titolare del fascicolo d’inchiesta, si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. Lunedì si terrà l’udienza di convalida davanti al gip Dario De Luca. Intanto continuano le indagini degli inquirenti che stanno cercando di fare piena luce sull’accaduto, anche col sequestro dei telefonini agli indagati. Sul corpo della vittima verrà disposta l’autopsia.
Buona giornata. (le foto dal web)
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