Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno con affetto a tutti, in particolare ai fedelissimi di questo appuntamento senza particolari pretese, ma che mi appassiona molto.
Ieri ho ricevuto altre attestazioni di stima anche da alcuni colleghi giornalisti di grande spessore e mi ha fatto davvero piacere.Invece di perdere tempo con le infinite e anche un po’ stucchevoli chiacchiere sul Coviddi di casa nostra, tra governatori-reucci che si ribellano – vedi De Luca – e eterne promesse di enormi quantità di vaccini che non si stanno vedendo per un’accelerazione che manco quella si vede, oggi mi sembra molto importante (in realtà ho visto poche notizie in giro sulla stampa) aprire con l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ieri ha fatto il punto della situazione pandemica mondiale come sempre in toni così poco rassicuranti da stimolare gli scongiuri.Ecco (fonte Rai News, sempre ottima) alcuni passaggi delle dichiarazioni del Direttore Generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, uno che quando parla fa sempre scantare, spaventare: “A gennaio e febbraio, il mondo ha vissuto 6 settimane consecutive di calo nei casi di Covid-19. Ora abbiamo visto 7 settimane consecutive di contagi in crescita e 4 settimane di morti in aumento. La scorsa settimana è stato registrato il quarto numero più alto di casi settimanali finora. Questo, nonostante il fatto che ora siano state somministrate più di 780 milioni di dosi di vaccino a livello globale”.
L’Oms richiama l’attenzione sull’Asia e sul Medio Oriente, “dove i contagi sono schizzati vertiginosamente, nonostante oltre 780 milioni di dosi del vaccino somministrate in tutto il mondo. Non cadiamo in errore, i vaccini sono uno strumento potente e vitale, ma non l’unico. Lo vediamo giorno dopo giorno e continueremo a ribadirlo”. Ha aggiunto Ghebreyesus: “Il distanziamento sociale funziona. Le maschere funzionano. Lavarsi le mani funziona. La ventilazione funziona”. Funzionano “la sorveglianza, i test, il tracciamento dei contatti, l’isolamento, la quarantena e le cure compassionevoli, sono tutte cose che funzionano nel fermare il Covid-19 e salvare vite”. Pesanti le accuse sull’approccio “confuso, incoerente e compiacente” di molti governi nella gestione della pandemia di Covid-19. Servirebbe invece “un approccio coerente e coordinato”, ha avvertito Ghebreyesus: “Non vogliamo lockdown infiniti, vogliamo vedere le società e le economie riaprire e i viaggi e il commercio riprendere”, “ma al momento i reparti di terapia intensiva stanno traboccando e le persone stanno morendo, e sono tutte cose evitabili”. Il Covid-19 “non è un’influenza. Sono morte persone giovani e sane. E ancora non comprendiamo appieno le conseguenze a lungo termine dell’infezione per coloro che sopravvivono”. Perché, e forse se ne parla poco, una volta guariti dal Covid c’è il post Covid. “Molte persone che hanno sofferto di una forma anche lieve di Covid riferiscono sintomi a lungo termine tra cui affaticamento, debolezza, annebbiamento del cervello, vertigini, tremori, insonnia, depressione, ansia, dolori articolari, costrizione toracica e altro”. Un pizzico di ottimismo alla fine della sua esternazione: il calo dei casi e dei decessi” per Covid “durante i primi due mesi dell’anno mostra che questo virus e le sue varianti possono essere fermati. Come? Con uno sforzo di tutti noi nel rispettare le misure di salute pubblica insieme ad un acceso equo ai vaccini. La via d’uscita in sicurezza passa da qui”. Non mi pare ci stia da stare allegri, insomma. Alla luce di queste parole, coerenti con la scelta di una comunicazione brutalmente realistica, forse anche troppo, dell’OMS – che fa il proprio mestiere – sulla pandemia, sembrano abbastanza fuori dal mondo tutte le ipotesi di riaperture e ritorno alla vita normale, anche se è chiaro che le situazioni variano da Paese a Paese.
A Roma ieri si sono registrati momenti di tensione nelle vie del centro per la manifestazione non autorizzata lanciata dal movimento “IoApro”. Un gruppo di manifestanti che avevano bloccato il traffico sul Muro Torto è stato caricato dalle forze dell’ordine a piazzale Flaminio. Altri manifestanti si sono trasferiti su via del Corso in direzione piazza del Popolo per ricongiungersi al primo gruppo. A piazza San Silvestro lancio di petardi ed oggetti da parte dei manifestanti contro le forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa. Una persona è rimasta ferita. Mostrando le manette, simbolo degli “arresti domiciliari ai quali siamo costretti da un anno”, i manifestanti rivolti al ministro dell’Interno Lamorgese hanno detto: ‘Noi non siamo criminali ma pacifici. Siamo qui solo per dire che vogliamo lavorare, è un nostro diritto”. E’ chiaro che l’Italia, come altri Paesi europei, è una pentola a pressione che rischia ogni giorno di esplodere per la rabbia e la disperazione di gente che proprio non ce la fa.
In giro per il mondo, arrivano notizie di decine di arresti tra i manifestanti scesi in piazza vicino Minneapolis dopo l’uccisione di un 20enne afroamericano da parte di una agente di polizia. Il nuovo, terribile episodio, avvenuto in un centro periferico della città, Brooklyn Center, ha innescato proteste contro le forze dell’ordine, proprio mentre nella città è in corso il processo contro l’agente Derek Chauvin accusato dell’uccisione di George Floyd lo scorso maggio. I familiari della vittima lo hanno identificato quale Daunte Wright di vent’anni. Nel timore di nuove proteste e nuovi scontri, il sindaco di Minneapolis ha ordinato il coprifuoco. Le forze dell’ordine hanno usato anche lacrimogeni per disperdere la folla.”Dobbiamo riportare fiducia e assicurare le responsabilità affinché nessuno sia al di sopra della legge”, ha commentato il presidente Joe Biden. Stando alla Polizia di Brooklyn Center, l’episodio ha avuto luogo domenica pomeriggio poco prima delle 14 ora locale, quando un agente ha fermato un’auto per violazioni del codice della strada. La Polizia ha affermato che il conducente del veicolo stesse risalendo in macchina mentre il poliziotto tentava di metterlo in stato di arresto e a quel punto uno degli agenti, scrive il “Guardian”, presenti ha aperto il fuoco, rendendo ancora più drammaticamente pesante il clima attorno al processo di Minneapolis, molto importante non soltanto per gli Stati Uniti.
Concludo con la nuova puntata del “sofagate” in Turchia, in pratica il meritatissimo cazziatone di Ursula a Michel. “Quanto accaduto ad Ankara non si ripeta mai più”: dopo una settimana di gelo e silenzio, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha incontrato per la prima volta faccia a faccia il presidente del Consiglio Charles Michel. E ha voluto mettere le cose in chiaro una volta per tutte, cercando al contempo di stemperare i dissapori per la mancata reazione del politico belga, che nel corso della visita a Erdogan è rimasto seduto su una poltrona accanto al leader turco senza reagire mentre la presidente tedesca veniva relegata su un divano a lato dei due. Attriti che avevano offuscato l’immagine della diplomazia dell’Unione e messo in luce le differenze tra le due istituzioni. Attendiamo ulteriori sviluppi di una vicenda destinata ad avere ripercussioni imprevedibili, considerati i personaggi che ne sono stati protagonisti e le reazioni in altri Paesi.
E’ tutto, buona giornata. Domani sarà il mio Astra-vaccino day !
#Tanomattinale 13 aprile 2021: OMS; scontri a Roma; Minneapolis; Ursula Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno…
Pubblicato da Gaetano Perricone su Lunedì 12 aprile 2021
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