Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
E’ una domenica terribile e tristissima per la nostra povera Sicilia, ancora una volta colpita da una tragedia infinita, ancora una volta martoriata. E’ successo ieri sera, intorno alle 20,30, a Ravanusa, paese dell’Agrigentino di 11.609 abitanti (2017). Un fortissimo boato, sentito a distanza di decine di chilometri, poi il disastro. Un palazzo di quattro piani, in via Galilei, è crollato dopo la violentissima deflagrazione, che sarebbe stata causata da una fuga di gas per la rottura di un tubo a seguito del maltempo; secondo i vigili del fuoco, l’esplosione potrebbe essere stata innescata dall’ascensore. Almeno altre tre le palazzine coinvolte. Il tragico bilancio – secondo le ultime notizie fonte Rainews24 – è di tre morti, 7 dispersi, mentre finora due persone sono state estratte vive dalle macerie delle abitazioni crollate. È stata identificata, come apprende l’Adnkronos, la prima vittima dell’esplosione: si tratta di una donna, le cui generalità non sono però ancora state rese note, la seconda vittima è un uomo, la terza una donna. Tra i dispersi ci sono due bambini e una giovane infermiera incinta. Tra le persone originariamente disperse sette apparterrebbero allo stesso nucleo familiare, erano nella stessa palazzina al momento dell’esplosione; due in un’altra. Sul posto operano incessantemente dai ieri sera 250 uomini tra vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine. “C’è stato un grosso accumulo di gas – ha spiegato un responsabile della Protezione Civile – anche se l’Italgas sostiene che solo pochi giorni fa sono stati fatti controlli e non è stata accertata alcuna perdita”. “Sembra Beirut – ha commentato Salvo Cocina, capo della Protezione Civile regionale sul posto – vetri rotti, detriti a terra e macerie, calcinacci scagliati a decine di metri dal luogo dell’esplosione”. “Siamo pronti a cercare tra le macerie non appena l’area sarà messa in sicurezza”. Drammatico l’appello in diretta su Facebook del sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo. Come succede in ogni tragedia, le iperboli mediatiche si sprecano: dalle immagini terrificanti che ho visto in diretta, l’accostamento di Cocina alla capitale libanese distrutta dai bombardamenti mi sembra la più pertinente. Aggiungo due brevi considerazioni: 1) straordinario, per professionalità e impegno civile, il lavoro di informazione h24 di Rainews 24, esempio di grande e serio servizio pubblico. Eccellente anche l’informazione social minuto per minuto, sulla pagina Facebook del Dipartimento regionale della Protezione civile; 2) un mio pensiero commosso va alle vittime e alle loro famiglie e ai tanti rimasti senza casa e senza niente nella dilaniata Ravanusa. La vita può cambiare in un attimo, può toglierci tutto, può farci lasciare il mondo all’improvviso; godiamoci dunque tutto ciò che ci dà.
E ora la cronaca nerissima, infarcita di orrende storie di violenza sulle donne. A Catania, ci racconta l’Ansa, una ragazzina ha fatto arrestare il padre violento che stava aggredendo la madre: aveva chiesto in lacrime al padre di smetterla, poi è andata di nascosto in bagno e ha chiamato la Polizia di Stato. L’uomo risponderà di maltrattamenti in famiglia, è stato anche denunciato per evasione dagli arresti domiciliari. Intervenuti nell’appartamento, gli agenti hanno trovato madre e figlia in forte stato di agitazione, infreddolite ed in pigiama nella casa a soqquadro. Ai poliziotti la donna ha detto che il marito, che era ai domiciliari, senza alcun motivo era andato su tutte le furie e l’aveva aggredita e minacciata in presenza della figlia. Ha raccontato ai poliziotti che il marito era tornato a tarda notte e non appena arrivato aveva sniffato cocaina utilizzando un quaderno della figlia come base, il tutto alla presenza tanto della moglie che della figlia. L’uomo era molto alterato e dopo aveva costretto con minacce verbali la figlia e la moglie ad inginocchiarsi per chiedergli perdono, continuando a proferire frasi senza alcun senso. Nessun commento, non servono altre parole.
A Lineri, frazione di Misterbianco, c’è un indagato, sospettato di avere ucciso a colpi di pistola la 27enne Giovanna Cantarero, detta Jenny. Il movente si starebbe decisamente orientando sul femminicidio. L’uomo, attualmente irreperibile, avrebbe avuto una relazione definita burrascosa con la vittima, mai denunciata. La persona indagata, è stato precisato, non è l’ex convivente della 27enne e padre della bambina di due anni che la coppia aveva avuto. Mi piace pubblicare oggi dal web questa bellissima e struggente foto della ragazza, un’altra vittima della mattanza infinita di donne uccise da psicopatici che se ne credono padroni.
Ha confessato Claudio Cesaris, il 68enne originario di Pavia, fermato dai carabinieri per l’omicidio del professore universitario Dario Angeletti, ucciso nel parcheggio delle Saline a Tarquinia, in provincia di Viterbo. “Sono stato io a sparare”, avrebbe confermato Da quello che ha riferito il suo legale all’AGI, Cesaris si sarebbe disfatto dell’arma del delitto. Il movente sarebbe da ricondurre a motivi di gelosia. ”Amavano la stessa donna”, ha spiegato ancora l’avvocato.
E torniamo alle devastazioni nella nostra povera Sicilia meravigliosa e maledetta. A causa del maltempo è crollato il ponte San Bartolomeo lungo la strada statale 187 “Castellammare del Golfo” che è chiusa all’altezza del km 43,697, tra i Comuni di Castellammare del Golfo e Alcamo, in provincia di Trapani. Un automobilista che stava per percorrerlo, si è fermato appena in tempo. Le spiegazioni dell’Anas: le piogge intense hanno generato un ingrossamento del fiume San Bartolomeo, la cui portata in prossimità della foce è eccezionalmente cresciuta in velocità e volume, causando il cedimento di una delle pile con conseguente collasso di una parte del ponte. Ma certo la fragilità del terreno e l’atavica incuria del territorio continuano a giocare un ruolo determinante.
Devastante più che mai la “serie di tornado” che si è abbattuta sul Southwest e sul Midwest, “una delle peggiori” nella storia degli Stati Uniti l’ha definita il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “E’ una tragedia”, ha detto, “e ancora non sappiamo l’esatto numero di vittime e l’entità dei danni”. Finora sono 78 i morti accertati, di cui più di 70 nel Kentucky per il quale il presidente ha annunciato lo stato di emergenza.
Chiudo questo drammatico bollettino domenicale con un pizzico di leggerezza. Il programma del calcio oggi ci offre la madre di tutte le partite per i siciliani, il derby Catania-Palermo alle 14,30 allo stadio Massimino. Si giocherà davanti al pubblico, come non accadeva da anni per il derby; se tutto va bene sarò anch’io dopo qualche anno allo stadio a vedere questa sfida sempre emozione, che come ha detto bene l’allenatore etneo Baldini azzera sempre per un giorno classifica e valori. Mi piace molto riportare qui, dalla pagine ufficiale del Palermo, questo post di ieri sera con bellissima foto: “È stato un pomeriggio unico. Artisti, ex calciatori, un pubblico di eroi contro un meteo implacabile. Sorrisi che abbiamo imparato ad amare in campo e fuori dal campo, per una volta tutti insieme come in un rito sacro: quello dell’amicizia e della solidarietà. Per raccontare il Pre-Derby del cuore organizzato da Ismaele La Vardera e Roy Paci in favore delle persone colpite dal nubifragio di Catania non basterebbe un poema. Basta però una sola parola: grazie. A chi c’è stato e chi anche da lontano ne ha vissuto tutte le emozioni. Ha vinto la #Sicilia“. Non mi pare ci sia altro da aggiungere se non un simpaticamente ipocrita: vinca il migliore.
Buona giornata
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