Tanomattinale

#Tanomattinale 11 dicembre 2021: Jenny, 27 anni, uccisa a Misterbianco, il garage dell’orrore, il caporalato fa vittime illustri; il golpe mancato di Capitol Hill, Magnus, super maestro di scacchi

Amiche e amici del #Tanomattinale,

sempre di meno e sempre più affettuosamente fedeli, buon sabato. Oggi tante storie brutte, sporche e cattive, ma il mondo ne è pieno e non si può fare a meno di raccontarle.Comincio dal giallo di Misterbianco, grosso centro del Catanese dove ieri sera si è consumato l’ennesimo femminicidio di una giovane donna. Giovanna Cantarero, detta Jenny, 27 anni, è stata uccisa nella tarda serata in una strada della periferia del paese. Era appena uscita dal panificio-pasticceria in cui lavorava, in via Alberto Nobel, con un pacchetto con il pane da portare a casa, quando le sono stati esplosi contro numerosi colpi di arma da fuoco, uno dei quali l’ha ferita mortalmente al volto. La vittima, che era vedova, lascia una figlia di meno di due anni. Sono intervenuti sul posto i carabinieri del comando provinciale di Catania e del Sis, sezione investigativa scientifica, per i rilievi e accertare la dinamica del delitto. Gli investigatori stanno ascoltando testimoni e familiari per ricostruire la personalità e le frequentazioni della donna per tentare di risalire a movente e autore dell’omicidio. Al momento nessuna ipotesi è esclusa.Altra brutta, bruttissima storia dal Catanese. Quattro ragazzi, due di 20 e due di 21 anni, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Gravina di Catania per violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti ed estorsione. Sono accusati di avere abusato, tra il mese di novembre 2019 e maggio 2021. di una ventenne e ripreso e diffuso con un telefonino le scene delle violenze. Anche un minorenne risulta indagato ma non è stato destinatario di alcuna misura cautelare. È stata la denuncia della ragazza a far scattare l’inchiesta: la vittima avrebbe raccontato che in più occasioni, nella seconda metà dello scorso mese di maggio, sarebbe stata obbligata ad un atto sessuale, all’interno di un garage di uno degli indagati, mentre veniva ripresa in un video sul suo stesso suo apparecchio cellulare da uno dei partecipanti che, successivamente, lo avrebbe cancellato, ma non prima di averlo trasferito tramite un’applicazione di messaggistica su quello di un altro indagato. Storia schifosa di violenza e di ricatti, sulla quale vi risparmio atri disgustosi particolari.

Un’altra schifosa vicenda con strascichi politici. Il Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, Michele di Bari “ha rassegnato le proprie dimissioni”, accettate dal ministro Lamorgese. Sua moglie è tra le 16 persone indagate in un’inchiesta per caporalato dei Carabinieri e della procura di Foggia che ha portato all’arresto di cinque persone, due delle quali in carcere. In cella sono finiti due cittadini stranieri, un senegalese e un gambiano; nei confronti degli altri tre arrestati da parte dei carabinieri sono stati disposti i domiciliari. Per gli altri 11 indagati, tra i quali appunto la moglie del prefetto Di Bari, è scattato l’obbligo di firma. La donna è titolare di una azienda agricola che produce olio d’oliva nel Gargano. Oltre la sua, 10 le aziende coinvolte. Le 16 persone coinvolte nell’inchiesta dovranno rispondere, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. I lavoratori africani sfruttati che coltivavano i loro terreni vivevano in capanne e ruderi fatiscenti della baraccopoli dell’ex pista di Borgo Mezzanone, e i caporali pretendevano da loro anche del denaro sia per il trasporto, 5 euro, che per l’intermediazione, altri 5 euro. Subitanea la nuova richiesta di dimissioni della Lamorgese da parte del selfi-felpista e della fratellona fascio-sovranista; e qui, però, mi rifaccio a un post della mia carissima grande collega e amica Bianca Stancanelli, che sul caporalato ha scritto un magnifico libro: “È ben curioso che la destra chieda conto alla ministra Lamorgese della presenza del prefetto Michele Di Bari a capo del Dipartimento Immigrazione, poiché quella nomina fu opera di Matteo Salvini che – come ho raccontato nel mio libro La pacchia – chiamò al Viminale il prefetto due mesi dopo lo sgombero della baraccopoli di San Ferdinando: «da Reggio Calabria dritto a Roma», in segno di gratitudine per il maestoso sgombero, massiccia operazione militare contro i povericristi del ghetto”. Non aggiungo commenti.

Una notizia molto interessante da Washington è stata battuta dall’Ansa stamattina. Alla vigilia del brutale assalto a Capitol Hill del 6 gennaio scorso circolava negli Stati Uniti un piano dettagliato per la ripresa del potere da parte di Donald Trump, di fatto un vero e proprio golpe. A consegnarlo alla commissione del Congresso che indaga sui fatti è stato l’ex capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows, che ha affermato di averlo ricevuto via email ma di non averci mai fatto nulla. Riportano il New York Times e il Guardian che nel documento di 38 pagine al vaglio della commissione si raccomanda all’ex presidente di dichiarare subito lo stato di emergenza per questioni di sicurezza nazionale al fine di ritardare la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Senato, fissata proprio per il 6 gennaio. A preparare il piano sarebbe stato un ex colonnello dell’esercito texano sostenitore della tesi delle elezioni rubate, che prima del 6 gennaio lo avrebbe fatto pervenire a diversi senatori.

Chiudo con una notizia di tutt’altro genere, che mi piace inserire nel mattinale da grande appassionato (e una volta anche discreto giocatore) di scacchi. Il Grande Maestro norvegese Magnus Carlsen si è confermato il re indiscusso della scacchiera, dopo che ieri ha conquistato il suo quinto titolo mondiale di fila con la quarta vittoria sullo sfidante russo Ian Nepomniachtchi al torneo mondiale organizzato a Expo Dubai. Il fuoriclasse Carlsen, che ci riporta ai tempi delle leggendarie sfide tra Spassky e Fisher e tra Karpov e Kasparov, ha raggiunto il titolo vincendo l’undicesima della serie di 14 partite iniziate lo scorso 24 novembre nel Dubai Exhibition Center di Expo.E’ tutto, di Coviddi non parlo: tanto, se scrivo che sono preoccupato per il nuovo grande aumento di contagi e morti in Italia, i miei amici mi rispondono su Facebook che l’anno scorso era nettamente peggio. Ma io, francamente, non lo ritengo motivo di consolazione.

Buona giornata

Gaetano Perricone

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