#Tanomattinale 11 aprile 2021: strage in famiglia nel Torinese, Donaldo ritorna, Moby Prince, vaccini siciliani

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno e buona domenica.

Devo purtroppo cominciare con una brutta notizia “fresca”, una di quelle terribili storiacce di tragedie familiari che sempre più spesso riempiono le cronache. Un uomo di 83 anni ha ucciso moglie, figlio disabile e una coppia di anziani coniugi proprietari della loro abitazione. E all’arrivo dei carabinieri, si è sparato, ferendosi in modo grave. La tragedia è avvenuta in un appartamento di Rivarolo Canavese (Torino), dove nella notte i carabinieri hanno scoperto le quattro persone morte. L’uomo che ha sparato, uccidendole, è ora in gravi condizioni in ospedale a Torino. Sul posto operano i carabinieri della Compagnia di Ivrea, che stanno cercando di stabilire il movente del gesto. La pistola era regolarmente detenuta. I carabinieri hanno rinvenuto poco dopo le 3 le quattro persone uccise, all’interno di una abitazione privata. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori sono stati tutti uccisi con la stessa pistola. Ad aprire il fuoco è stato il pensionato, Renzo Tarabella, 83 anni, che si è poi si sparato al volto: lo avrebbe fatto mentre i carabinieri entravano nell’appartamento aiutati dai vigili del fuoco. Li avrebbe visti arrivare mentre era sul balcone di casa: così ha puntato la pistola verso di sé e si è sparato. Le vittime sono appunto la moglie e un figlio disabile dell’omicida, nonché una coppia di anziani coniugi, proprietari dell’appartamento e domiciliati in un altro alloggio al piano di sopra del medesimo stabile. Non si conoscono ancora i motivi che hanno spinto l’uomo a uccidere così brutalmente e dunque non è il caso di anticipare valutazioni, ma quest’ennesimo dramma si può certamente inquadrare tra i peggiori effetti collaterali del “vivere pandemico”, con la convivenza forzata e costante che amplifica con conseguenze devastanti difficoltà esistenziali, problemi vari, disperazione già esistenti.

La seconda notizia della notte, molto brutta anche questa per quanto mi riguarda ma scontata, è stata battuta dall’ANSA da New York. “Ci riprenderemo la Camera e il Senato nel 2022, e nel 2024 la Casa Bianca”. Lo ha detto l’ex presidente degli Stati Uniti Donaldo Trump rivolgendosi ai vertici repubblicani e ai finanziatori del partito riuniti a Mar-a-Lago in Florida, quartier generale del Tycoon. Dunque, mentre Joe Biden e la sua Amministrazione stanno compiendo il massimo sforzo per vaccinare l’intera popolazione degli Stati Uniti ( e mentre nella manovra di bilancio messa a punto per il 2022 Biden ha cancellato i fondi a favore della costruzione del muro ai confini tra Usa e Messico, compresi quelli già approvati dall’amministrazione Trump per la costruzione dell’opera e rimasti ancora inutilizzati), il suo predecessore affila già le armi per quella che si profila una lunghissima campagna elettorale senza esclusione di colpi, anche violenti.

Un passaggio del mattinale di oggi mi sembra doveroso dedicarlo al trentesimo anniversario della spaventosa tragedia del Moby Prince, ricordata ieri e alla memoria delle povere vittime. Era una bella sera di primavera il 10 aprile 1991, quando nella rada di Livorno, alle 22.25, il traghetto Moby Prince entrò in collisione con l’Agip Abruzzo, petroliera della Snam, a 2,7 miglia dalla costa. La prua del Moby entrò nella cisterna numero 7 della petroliera: il greggio si riversò sul traghetto che molto rapidamente si trasformò in un’immensa torcia con l’innesco delle fiamme, provocato forse dall’attrito delle lamiere. Varie sono le ipotesi sul perché accadde: la nebbia, l’eccesso di velocità, un’esplosione, un guasto alle apparecchiature di bordo, si parlò anche di distrazione. Il fatto certo è che i soccorsi arrivarono in ritardo: il traghetto fu individuato solo alle 23.35 Fu davvero l’inferno: morirono in 140 tra passeggeri e equipaggio del Moby. E’ la più grande tragedia della marineria italiana, finora senza colpevoli e con tanti misteri, una “Ustica” del mare. “Sulle responsabilità dell’incidente e sulle circostanze che l’hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce. L’impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune”. Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel ricordo del trentesimo anniversario del disastro, mentre le indagini proseguono e i familiari continuano a battersi per ottenere verità e giustizia.

Oggi vi risparmio chiacchiere su Coviddi e vaccini, ne avete e ne abbiamo già sentite troppe. L’unica novità sostanziale mi sembra l’annuncio – sempre di annuncio si tratta – dell’arrivo il 19 aprile di un po’ delle attesissime monodosi di Johnson & Johnson, mentre non sono esaltanti i numeri italiani delle vaccinazioni degli over 80.Colpisce molto l’SOS lanciato ieri dal presidente delle Regione Nello Musumeci, mentre Palermo e provincia sono zona rossa e lo saranno fino al 22 aprile e a Catania e nel Catanese, lo dico con testimonianza personale, non mi pare ci sia testa per comportarsi nel rispetto delle regole. “In Sicilia c’è l’80% di rinuncia del vaccino AstraZeneca. Su 100 persone, 80 dicono di no”, ha detto ieri a Catania il presidente Musumeci. “E’ naturale – ha aggiunto – che la condizione di allarme sia particolarmente elevata, ma abbiamo il dovere di credere agli scienziati che dicono che è più pericoloso non vaccinarsi piuttosto che vaccinarsi. Per poter uscire da questo tunnel e smetterla di dichiarare zone rosse c’è una sola soluzione: immunizzare la comunità siciliana, sottoporla a vaccino ed è quello di cui ci stiamo occupando”, ha concluso. Ha certamente ragione, speriamo bene e speriamo anche che queste dosi non utilizzate servano per chi, come me, ha invece voglia di vaccinarsi al più presto. Nei giorni scorsi è cominciata la registrazione in Sicilia del 65-69enni e, mi risulta, forse anche per l’abbondanza di dosi di Vaxzevria-AstraZeneca causa rinunce precedenti gli appuntamenti vengono dati a distanza di tempo ravvicinatissima. Io aspetto il mio turno con impazienza.

Buona domenica, statevi bene e fate i bravi.

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Pubblicato da Gaetano Perricone su Sabato 10 aprile 2021