#Tanomattinale 10 ottobre 2021: puzza di fascio, giallo a Catania, l’assessore che denunzia la tangente, strage di Capaci, nuove immagini

Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.

C’è una brutta puzza di fascio in Italia, un insopportabile fetore di squadrismo. Fetente e molto inquietante. Si era sentito forte e pregnante all’interno delle precedenti, legittime manifestazioni di protesta dei “no Green Pass” e “no vax”, caratterizzate dalla pesante infiltrazione delle truppe nere squadriste; ieri è esploso con grande e violento fragore nella capitale con il vergognoso assalto alla sede della Cgil, i duri scontri di piazza con la polizia, il proclama sul palco “Stasera ci prendiamo Roma”, la marcia verso i palazzi del potere, i quattro fermi di stanotte tra i quali quello di Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova. Facile e frequente in queste ore il rinvio della memoria alla marcia fascista su Roma del 28 ottobre 1922: “Marci su Roma”, ha molto acutamente e brillantemente titolato stamattina “La Sicilia” di Catania. Cose bruttissime e inquietanti, soprattutto in prospettiva e nonostante le varie prese di posizione di condanna: la destra squadrista di Forza Nuova e di altri infiltrati sembra avere preso la guida della protesta popolare (sulla quale ognuno è libero di pensare ciò che vuole) contro il certificato verde, con un pezzo di politica che ci bagna il pane. Mala tempora currunt, pessima l’aria che si respira per la democrazia in Italia.

Giallo in piena regola a Catania. Il corpo di un uomo di 42 anni, Giuseppe Dell’Arte, geometra incensurato, con diverse ferite di arma da taglio, si pensa a un taglierino, è stato trovato da carabinieri in un garage di un condominio in via Fiume, nel rione Picanello di Catania. La sua scomparsa, come racconta l’Ansa, era stata denunciata dalla moglie tre sere fa: lui era uscito di casa la mattina di giovedì e non aveva fatto rientro. La donna, preoccupata perché il marito conduceva una vita con orari ‘regolari’, si è recata dai carabinieri per segnalare l’accaduto. Stretto riserbo sul delitto, tanto che il ritrovamento del corpo è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, ma la notizia è trapelata soltanto ieri mattina. L’uomo sarebbe stato assassinato con diversi colpi di arma da taglio da una o più persone. L’ipotesi che sembra prendere corpo è che il delitto sia maturato nell’ambito della sfera personale dell’uomo, mentre, allo stato delle indagini, vengono esclusi collegamenti con la criminalità organizzata, anche per le modalità del delitto. Esclusa anche una possibile rapina, visto che sul posto sarebbero stati trovati l’auto dell’uomo e oggetti personali del 42enne, compreso il suo telefono cellulare.

La denuncia di una proposta di tangente da parte di un amministratore pubblico, a maggior ragione se ha un ruolo importante, fa sempre scruscio, rumore per gli amici nordici, dunque va evidenziata. “Sono stupito da tanto clamore… Ho solo fatto il mio dovere. Cioè denunciare chi voleva pagare una tangente…”. E ha ragione, era l’unica cosa che doveva fare. “Anche i carabinieri erano stupiti perché ci hanno detto che di solito queste forme di corruzione le scoprono solo grazie alle intercettazioni e non perché chi riceve l’offerta va a denunciare”. Nelle dichiarazioni rilasciate a Elvira Terranova per Adnkronos, Manlio Messina si mostra sorpreso. L’assessore regionale al Turismo e allo Spettacolo della Sicilia, quota FDI, ha rifiutato una tangente da 50 mila euro e incastrato l’intermediario di un’impresa di eventi musicali, dice che non si aspettava questo clamore, ma francamente non ci credo molto. Messina avrebbe avuto la promessa di una mazzetta di 50 mila euro per dare l’ok alla realizzazione di uno spettacolo di 500 mila euro. Quindi, un’offerta verbale del 10 per cento. Tangente rifiutata, però, dall’assessore che anzi ha deciso di raccontare tutto ai Carabinieri che adesso indagano, con riscontri concreti, su una donna che avrebbe proposto l’offerta e sui suoi complici. Ad essere avvicinato è stato il suo capo segreteria, Raoul Russo, che poi ha presentato la denuncia all’Arma.

Chiudo con la notizia, riportata stamattina da Repubblica da Salvo Palazzolo, di un video di 16 minuti e 31 secondi, girato mezz’ora dopo l’esplosione dalla società di produzione 42esimo Parallelo, che ci porta dentro il cratere dell’attentato di Capaci del 23 maggio 1992. Ho visto sul sito il frammento pubblicato, immagini terribili che riacutizzano il dolore per quella spaventosa tragedia e ci ricordano, qualora fosse necessario, l’immensa ferocia di Cosa Nostra e di cosa è capace la mafia. Rivedremo per intero queste immagini nel film “Dia 1991 – parlare poco, apparire mai’, prodotto da Rai Cinema, che andrà in onda il prossimo 29 ottobre.

E’ tutto, buona giornata.