Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno.
Oggi scrivo prima perché la mia giornata è cominciata più presto del solito: alle 4,50 sono stato arruspigghiato (svegliato, please) di soprassalto da una sequenza più fragorosa del solito di boati dell’Etna. Lunga e discretamente impressionante anche per chi ci è abituato come noi che viviamo alle sue pendici, evidentemente amplificata dall’umidità e dalla direzione del vento. Per un non etneo, una sinfonia inquietante.
A Muntagna, dunque, si è ripresa la scena a modo suo con il 14esimo parossismo di fila a partire dal 16 febbraio scorso, regolare nella periodicità, con fontane di lava e colata dal cratere di sud est, poi la colonna di cenere verso la zona orientale del vulcano (lo vedete qui nelle foto mia e di Boris Behncke). Visto che stavolta è stata molto più rumorosa e ha svegliato, in qualche caso fatto saltare in aria decine di migliaia di persone, mi sarei francamente aspettato di ascoltare qualche notizia sull’evento naturale ancora una volta straordinario dall’informazione pubblica. Vana speranza, fino ad adesso.
Passiamo ad altro. Come avrete notato, fra i titoli del mattinale non ho ho scritto Luna Rossa, ma New Zealand: la barca di casa si è infatti aggiudicata qualche ora nella baia di Auckland la decima regata della sfida finale di Coppa America di vela, si è portata sul 7-3 e dunque ha di nuovo conquistato l’ambitissimo Trofeo. Grandi applausi vanno comunque alla barca italiana, che esce a testa alta con il migliore risultato di sempre. Ecco dall’ANSA il commento a caldo del timoniere palermitano Francesco “Checco” Bruni: “E’ stata davvero un’esperienza fantastica, complimenti a New Zealand per il lavoro eccezionale. Complimenti anche a noi: abbiamo dimostrato che possiamo farcela. Siamo stati un po’ sfortunati negli ultimi giorni, ma abbiamo svolto un ottimo lavoro. Questa non è una fine, Bertelli e Luna Rossa ci riproveranno. Sono felice per questa esperienza. Grazie Italia per il supporto”.
Ed eccoci al caso AstraZeneca, che i potenti d’Europa stanno cercando di ridimensionare per arginare il disastro che si prevede nell’andamento delle vaccinazioni, dopo che giovedì l’EMA, l’Agenzia europea per il farmaco, avrà concluso la sua inchiesta e darà, è quasi certo, il suo ok per ricominciare. E’ evidente, in queste ore, la massiccia offensiva di comunicazione concordata ai massimi livelli per cercare di frenare la reazione psicologica a catena che ha indotto un’enorme quantità di persone a disdire le prenotazioni con il vaccino nell’occhio del ciclone. La direttrice dell’EMA Emer Cooke ha indetto ieri una inusuale conferenza stampa “preventiva” dai toni rassicuranti, dando tuttavia appuntamento ai giornalisti per giovedì 18 per comunicare ai giornalisti l’esito dell’indagine approfondita avviata sui casi sospetti.
Super Tutto Draghi e Macron hanno fatto sapere di essersi sentiti per telefono per pianificare l’immediata ripresa delle vaccinazioni con AstraZeneca appena EMA darà l’ok, lasciando intendere che sono molto fiduciosi e che sarà possibile recuperare presto il tempo perduto.Certo va detto, senza peli sulla lingua, che la UE ha fatto finora una gran mala figura, davvero sconcertante, sul fronte dei vaccini. Si è fatta abbondantemente infinocchiare o comunque manipolare dalle potentissime multinazionali del farmaco, che non stanno rispettando accordi e contratti nei tempi di produzione e distribuzione delle dosi, consapevoli che sono loro a detenere il possesso delle “armi” in questa spaventosa guerra contro il virus maledetto e dunque possono fare il bello e cattivo tempo quanto vogliono.
E poi appare ora dopo ora sempre più allucinante e inaccettabile il panico suscitato per i casi sospetti e la brusca sospensione, soprattutto se è vero che la ragione che avrebbe spinto per prima la Germania – che poi si è trascinata tutti gli altri – a bloccare le vaccinazioni AstraZeneca sarebbe stata la pesante sconfitta del partito della Merkel alle elezioni regionali di domenica scorsa e la conseguente paura di avere ulteriori problemi con gli elettori.
Cose brutte e imbarazzanti, insomma, speriamo che non creino intoppi devastanti per il prosieguo delle campagne vaccinali in Europa. Un’ultima cosa voglio scriverla: questo modo così sfacciatamente cinico di ridurre la questione fondamentale dei costi-benefici del vaccino AstraZeneca (ma anche di altri in passato) in termini di più morti-meno morti non si può proprio sentire, è abbastanza disgustoso nel suo spietato realismo. Un po’ di rispetto in più per le vittime di questa immane tragedia e i loro familiari non guasterebbe.
Buona giornata e a domani.
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