
La Camera ha aprrovato la proposta di legge del PD che abolisce i vitalizi degli ex parlamentari. La votazione: 348 i deputati hanno votato a favore, 17 i contrari e 28 gli astenuti, tra cui i deputati di Mdp, mentre Forza Italia non ha partecipato al voto. E la palla, ora, passa al Senato.
Cosa prevede la legge
La legge presentata dal dem Matteo Richetti taglia i vecchi vitalizi e riformula le pensioni di deputati, senatori e consiglieri regionali. Il conteggio degli emolumenti, che ad oggi segue un criterio «retributivo» (quindi più generoso) passerebbe a un sistema «contributivo».
Il ricalcolo degli assegni riguarderebbe 2600 ex parlamentari per i quali vengono attualmente spesi 230 milioni di euro all’anno, mentre per le Regioni sono a bilancio 175 milioni di euro. Con l’approvazione finale di questa legge, lo Stato risparmierebbe ogni anno circa 76 milioni di euro per le pensioni degli ex inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama, e altri 60 milioni per quelle regionali.
La legge interviene anche sull’età in cui parlamentari e consiglieri regionali potranno ritirarsi a vita privata. Non più a 65 anni con una legislatura e a 60 con più di dieci anni di mandato alle spalle, ma livellata per tutti sui criteri della legge Fornero. Una misura, questa, destinata però a prendere corpo solo a partire dalla prossima legislatura e che non sarà valida, quindi, per gli attuali parlamentari.
Forza Italia, che non ha partecipato al voto, solleva invece il dubbio di essere di fronte a una «sceneggiata incostituzionale», come la definisce il capogruppo di Fi, Renato Brunetta. Secondo l’ex ministro del Lavoro, il provvedimento affronterebbe situazioni già concluse nel passato, si occuperebbe di «diritti acquisiti».
I vitalizi in Sicilia
“Ottimo il sì della Camera al taglio dei vitalizi degli ex parlamentari – dichiara Giancarlo Cancelleri -. Ora tocca alla Sicilia cancellare questo odioso privilegio”.
Il candidato del Ms5 alla guida della Regione Siciliana interviene così su uno dei cavalli di battaglia del movimento. “I vitalizi degli ex deputati in Sicilia – dice Cancelleri – costano oltre 17 milioni di euro l’anno e rappresentano uno scandaloso pugno allo stomaco dei cittadini. In questa legislatura abbiamo provato varie volte a tagliarli con mille proposte, ma i partiti ed il governo ci hanno sempre detto di no, continuando a difendere i loro privilegi e ormai pare impossibile che si faccia qualcosa entro la fine del mandato”.
“Vorrà dire – prosegue il deputato pentastellato – che, se i siciliani ci daranno la loro fiducia a novembre, il taglio, con apposita nostra legge, sarà uno dei primi provvedimenti del nostro governo”. Da rivedere per il M5S anche la questione delle pensioni dei deputati dell’Ars.
“Noi – spiega Cancelleri – abbiamo da tempo presentato una norma all’ufficio di presidenza dell’Ars per modificare il meccanismo che le regola. Queste devono essere calcolate con la legge Fornero, i parlamentari devono andare in pensione in base ai contributi versati come avviene per tutti i comuni mortali e non dopo quattro anni e mezzo di legislatura, come accade ora. Noi il nostro esempio l’abbiamo dato rinunciando a quel privilegio travestito da pensione, ma nessun politico si è sognato di seguire le nostre orme, come ampiamente previsto”.