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Studio Piepoli, per 90% sì a ricerca sui prodotti a tabacco riscaldato

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta oggi presso la sede dell’Associazione Civita la presentazione della ricerca “Le abitudini e le opinioni dei consumatori adulti di prodotti a tabacco riscaldato”, realizzata dall’Istituto Piepoli in collaborazione con l’Associazione dei consumatori Adiconsum e con il contributo di Philip Morris Italia. L’indagine, che ha esaminato l’uso e le percezioni riguardanti i dispositivi a tabacco riscaldato, ha coinvolto un campione di 1229 consumatori adulti di prodotti a tabacco riscaldato, tra cui IQOS, con l’obiettivo di fornire una visione approfondita dei comportamenti dei consumatori e delle loro opinioni su questa nuova tecnologia.Il 70% ritiene che i prodotti a tabacco riscaldato possano rappresentare uno strumento utile per i fumatori adulti che non smettono per passare in tutto o in parte dal fumo tradizionale a valide alternative. Quest’ultimo dato è confortato dal fatto che quasi i due terzi dei consumatori intervistati dichiara di ritenere improbabile il rischio di ritornare al fumo tradizionale. Inoltre, più di 7 consumatori su 10 trovano facile il passaggio dai prodotti da fumo tradizionali ai dispositivi a tabacco riscaldato, tanto che quasi 3 su 4 consiglierebbero a un amico fumatore il passaggio a questi prodotti.“La maggior parte di coloro che sono passati da prodotti da fumo tradizionali a prodotti a tabacco riscaldato – ha dichiarato Livio Gigliuto, Presidente Esecutivo dell’Istituto Piepoli – ha riscontrato dei benefici personali, e circa i due terzi ritengono molto improbabile un ritorno ai prodotti da fumo tradizionali. Quello che sembra emergere è anche, però, un profondo bisogno di informazione, tanto che la gran parte degli intervistati chiede di continuare nella ricerca scientifica sulle differenze tra prodotti tradizionali e prodotti a tabacco riscaldato.” Il Presidente di Adiconsum, Carlo De Masi ha dichiarato – “abbiamo accolto con favore l’invito dell’Istituto Piepoli, con il quale collaboriamo, a partecipare alla Ricerca su abitudini e opinioni dei consumatori adulti di prodotti a tabacco riscaldato. Fermo restando che l’obbiettivo di tutti deve essere quello di ridurre in generale il numero dei fumatori, questa ricerca ha permesso di evidenziare la necessità di essere adeguatamente informati sui rischi per la salute, ma soprattutto sugli eventuali benefici che possono derivare passando dal fumo tradizionale ai prodotti alternativi (vedi tabacco riscaldato)”.Quasi 6 intervistati su 10 utilizzano i dispositivi a tabacco riscaldato da più di un anno, e la quota di coloro che dichiarano di sentirsi meglio (meno tosse, più fiato) in seguito al passaggio dai prodotti tradizionali ai prodotti al tabacco riscaldato tende a crescere con l’aumentare del tempo di utilizzo.Tra i dati più rilevanti, la convinzione, per larga parte dei consumatori, che il principale fattore di rischio per lo sviluppo di malattie fumo-correlate sia rappresentato dalla nicotina, nonostante oggi la comunità scientifica concorda sul fatto che la nicotina, nonostante non sia priva di rischi e causi dipendenza, non rappresenta il principale fattore di rischio delle malattie fumo-correlate. Questo sottolinea la necessità di una corretta informazione su fumo e salute.A tal proposito, emerge che le principali fonti di informazione attraverso le quali gli intervistati sono venuti a conoscenza dell’esistenza dei dispositivi a tabacco riscaldato sono state il passaparola tra amici, parenti e conoscenti, canale rappresentato dal 55% delle risposte, seguito dalle tabaccherie con il 34%.Solo un residuale 2% ha sentito parlare di questa nuova tecnologia da parte di un operatore sanitario.Per quanto riguarda il ruolo delle istituzioni, circa il 70% degli intervistati ritiene che lo Stato e le istituzioni sanitarie dovrebbero incoraggiare i fumatori che non intendono smettere a considerare il passaggio ai prodotti alternativi ed informare di più sulle loro caratteristiche.La stessa percentuale ritiene che a fronte di evidenze scientifiche che indicherebbero che i dispositivi a tabacco riscaldato possono rappresentare una valida alternativa in una logica di potenziale riduzione del rischio, tali prodotti dovrebbero essere sottoposti a una diversa regolamentazione rispetto ai prodotti da fumo tradizionali.Quasi il 90% degli intervistati, inoltre, ritiene importante proseguire nella ricerca scientifica sulle differenze tra i prodotti a tabacco riscaldato e i prodotti tradizionali (es. sigarette).

-foto Istituto Piepoli –

Redazione

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