Torna a Palermo lo Street Food Fest. Un appuntamento imperdibile per i palermitani ma anche per i turisti di tutto il mondo. Secondo la rivista Forbes infatti , Palermo è la quinta città al mondo per quanto riguarda il cibo di strada.
Dal 7 al 17 dicembre nel centro della città confluiranno centinaia di persone provenienti da tutte le parti del mondo. C’è grande attesa per la terza edizione del festival, i visitatori che siano autoctoni o stranieri, dovranno certamente tenere allenati gli stomaci. Il cibo sarà ben disposto ad ogni angolo, le specialità tipiche, i dolci, la carne, saranno in bella vista sotto il cielo di Palermo.
Le prime due edizioni hanno portato grandi folle, partecipazione e uno sviluppo culturale e turistico. Tutto fa sperare che la terza porti ulteriori giovamenti alla città.
Dieci giorni ricchi di gare gastronomiche, degustazioni, cooking show, laboratori per tutte le età, concerti di artisti italiani ma anche di nuovi talenti, artisti di strada, talk show e momenti di approfondimento.
Le pietanze saranno ancora una volta le protagoniste indiscusse, gli stand e le bancherelle offriranno le nostre specialità in grandi quantità, vediamone alcune:
Forse il must della cucina palermitana, frittelle di farina di ceci le prime e polpette di patate fritte le seconde. Da mangiare singolarmente con sale e limone o in un panino con semi di sesamo.
Regine indiscusse dello street food, presenti in ogni bar o gastronomia. Divenute ormai celebri in tutto il globo, altro non sono che palle di riso fritte all’esterno contenenti i ripieni più disparati. Dal ragù al burro, dalla salsiccia ai funghi.
Cavallo di battaglia tra gli stand dello street food. Direttamente legato alla dominazione araba, deve infatti il suo nome al termine arabo slang che significa frittella. Di consistenza porosa, è un impasto simile alla pizza ma condito con sarde, cipolla, formagio, olio e salsa di pomodoro.
“Non si butta niente” è sicuramente uno dei modi di dire più in voga nel palermitano e la raschiatura ne è la dimostrazione. È un impasto che si ottiene mescolando i rimasugli che si trovano nelle teglie delle friggitorie a fine giornata. Il composto si frigge ulteriormente e si ricava la dimensione preferita.
Un panino rotondo con semi di sesamo ripieno di milza di vitello bollita, fritta alle volte insieme al polmone e condita con sale e limone. Nel caso del “maritato” troverete anche ricotta e formaggio.
Una pietanza non adatta a tutti gli stomaci. Budella di agnello o capretto cotte sulla brace e avvolte attorno ad uno spiedino.
Il mussu sono le cartilagini delle zampe e del muso del bovino, lessati in acqua salata e tagliati a cubetti.
La quarume invece è composta da frattaglie di manzo o vitello lessate o bollite in acqua salata.
Passiamo ai dolci
Il cannolo è una cialda fritta ripiena di crema di ricotta, a cui generalmente si aggiungono le gocce di cioccolato e le ciliegie candite.
Le origini della cassata vanno riscontrate anche in questo caso nella dominazione araba. Furono gli arabi infatti ad introdurre canna da zucchero, limone, arancia amara, mandarino, cedro e mandorla. A base di ricotta zuccherata, pan di Spagna, pasta reale e frutta candita.
Il festival che celebra il cibo palermitano non è lontano, ma attenzione alle quantità, la bilancia il 18 Dicembre potrebbe essere inclemente.
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