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Straordinario 2018, vince l’integrazione: premiati gusto e cratività

Straordinario 2018. Ottocento partecipanti, 12 mila assaggi serviti, 4 mila bicchieri di vino, venti chef provenienti da tutta Italia, sedici cantine dell’Etna e dodici tra produttori e maestri del cibo di strada. Una quarta edizione all’insegna della creatività gastronomica e della valorizzazione del territorio per STRAORDINARIO, la festa del cibo di strada fuori dal comune che si è tenuta a Milo, piccolo comune sulle pendici dell’Etna tra i vigneti e le terrazze di Barone di Villagrande.

Una kermesse gastronomica molto insolita ma anche un appuntamento goloso dedicato al cibo innovativo e fuori dal comune, che ogni anno assegna importanti riconoscimenti a chi con il suo lavoro si distingue per estro e creatività nel mondo della gastronomia.

Due i riconoscimenti assegnati durante la serata attraverso il voto dei partecipanti: il piatto straordinario 2018 scelto dalla giuria popolare e assegnato a Giulia Carpino e Accursio Craparo per “pane, cipolla e fegato” e il premio della critica assegnato da giornalisti, chef e addetti del settore a Valentina Chiaramonte, per il piatto “Chorba” dedicata al tema dell’integrazione.

Straordinario 2018: le parole della chef di Fud Off Valentina Chiaramonte

“Sono felice che questo piatto abbia ottenuto un riconoscimento questa sera – dice emozionata la chef di Fud Off Valentina Chiaramonte. – E’ un piatto di integrazione culturale, nasce in Africa e viene mangiato durante il ramadan, un cibo musulmano ma con tanti richiami mediterranei e siciliani.  L’integrazione è un tema che ci sta molto a cuore e su cui Andrea Graziano lavora ogni giorno, collaborando con tanti ragazzi che vengono da diverse parti del mondo, per aiutarli nel loro percorso formativo e lavorativo. E’ un momento storico particolare in cui la città di Catania è protagonista sullo scenario della politica nazionale con la triste vicenda della nave Diciotti, per questa ragione voglio dedicare questo piatto a Matteo Salvini per mostrare come un piatto musulmano e arabo non è distante dai nostri confini, anzi, ci appartiene perché siamo siciliani, quindi anche un po’ arabi, pertanto è un patrimonio gastronomico e culturale comune.”

“Abbiamo lanciato un bel messaggio – dice Accursio Craparo – sopratutto per l’idea di contaminazione e integrazione, un concetto che sta sempre nei miei piatti. Per me l’importante è tirare fuori tutte le emozioni da una ricetta. La mia cucina non si sofferma solo sulla tradizione della mamma o della nonna ma cerca di sperimentare un nuovo linguaggio, la nostra tradizione è già contaminazione.”

Tanti i grossi nomi della cucina italiana presenti quest’anno

Filippo La Mantia premiato per la sua personalissima interpretazione della cucina siciliana, Eugenio Roncoroni  per aver portato una internazionalità e contaminazione nella cucina italiana, Simone Padoan per la sua celebre visione di pizza innovativa e lievitati gourmet, Gabriele Bonci per aver fatto della piazza a taglio romana un’esperienza di valorizzazione dei prodotti del territorio, Pasquale Torrente per il suo lavoro di promozione della cucina popolare. Un premio speciale è stato inoltre consegnato a Giacomo Gironi, fuori classe dell’arte della sommellerie, per il suo attento e innovativo lavoro di sala.

Ma i volti noti non finiscono qui: Angelo Pumilia  di La Foresteria ha presentato “il reale di manzo dell’Ulmo”, Claudio Ruta  de La Fenice con “il ricco e il povero”,  Dario Di Liberto con il suo “Timilito”, Fabrizio Mantovani di FM e Alessio Marchese di Bioesserì con “Crunch con pomodori confit, cozze, stracciatella di burrata e mandorle” , Giuseppe Raciti di Zash con il suo “pani cunzatu”,  Massimo  Giaquinta per Cortile Arabo con il suo “cappuccio di pomodoro”, Lina Castorina di 4 Archi con “budino d’asina”, Lorenzo Ruta della Taverna Migliore con “tartare di carne aromatica”  Alfio Visalli con “fico bianca ammuttunata”, Carmelo Chiaramonte con “ti spunta un fiore in bocca”. Tony Lo Coco che ha portato sulle pendici dell’Etna i sapori dello sfincione palermitano con il suo panino, Gioacchino Gaglio di  Gagini Social Restaurant con “acqua pane e cipudda”.

Spazio è stato dedicato anche a produttori, aziende agricole, e realtà ristorative innovative

Ma Straordinario è stata la festa di tutti quelli che sanno fare le cose per bene, per questo  tanto spazio è stato dedicato anche a produttori, aziende agricole, e realtà ristorative innovative come la porchetta di maialino nero cotto a legna di Giuseppe Oriti, la mortadella d’asino di Massimo Castro, “i fantastici sei” di Il chiaramontano, il cannolo di ricotta di bufala siciliana di Bubbalus, “messina sotto coperta” del fornaio Francesco Arena, e poi ancora  “a caval tonnato” di Fud Bottega Sicula, il pulled pork di Maialino nero dei Nebrodi di Giuseppe Indorato, la salsiccia dei fratelli Sciuto, le sarde a beccafico di Scirocco Sicilian Fish Lab,  le crispelle ai profumi dell’Etna di Orazio Cordai, l’arancino al nero d’avola di Dolcemente Piccante e per chiudere in dolcezza la “Scassata” della Antica Dolceria Bonajuto.

Tanto da divertirsi anche per gli appassionati di vino che oltre a degustare le diverse proposte delle sedici cantine dell’Etna presenti all’evento hanno potuto godere di un’inedita esperienza di wine pairing. Abbinamenti estrosi e vivaci insieme alle cantine: Barone di Villagrande, Azienda Falcone, Barone Beneventano, Benanti, Cantine Di Nessuno, Cantine Russo, Feudo Vagliasindi, I Vigneri, La gelsomina, Masseria Setteporte, Murgo, Palmento Costanzo, Quantico, Scilio, Tenute di Nuna, Vivera.

Redazione

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