La Corte d’appello di Catania ha respinto la richiesta di revisione del processo per la strage di via d’Amelio del 19 luglio 1992 e nel frattempo ha sospeso l’esecuzione della pena per otto imputati, sette dei quali condannati all’ergastolo. L’istanza di revisione, presentata dal pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato, è nata dalle nuove rivelazioni di Gaspare Spatuzza che ha chiamato in causa i fratelli Graviano di Brancaccio, e riguardava Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana (condannati all’ergastolo) e Vincenzo Scarantino, il collaboratore di giustizia la cui sentenza a 18 anni è diventata definitiva nonostante la ritrattazione. L’istanza di revisione riguardava anche Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino (condannati a pene fino a 9 anni) che hanno già espiato la condanna. Tutti sono stati scarcerati tranne Scotto, che resta in carcere per scontare altre condanne, e Profeta, che tornerà in libertà nelle prossime ore. La versione di Scarantino determinante per le condanne all’ergastolo dei sette è stata ritenuta totalmente inattendibile dalle nuove indagini avviate dopo la collaborazione con la giustizia di Spatuzza e a Caltanissetta si procede anche contro tre poliziotti del gruppo investigativo sulle stragi che avrebbero avallato la falsa ricostruzione di Scarantino. Secondo i giudici di Catania, però, occorre che ci sia una nuova sentenza, quantomeno a carico di Scarantino per il reato di calunnia nei confronti degli imputati condannati, prima di potere revisionare la sentenza. Intanto, però, al di là della questione tecnica, il verdetto di Catania segna un primo determinante traguardo sulla strada della verità sull’eccidio che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta. L’ex pentito Scarantino ha finito di espiare una condanna a 8 anni inflittagli a Roma per la calunnia nei confronti dei pm che indagarono sulla strage a partire dalla sua confessione e un’altra a 9 anni per droga. Il primo dei condannati ora liberati ad essere stato arrestato è Salvatore Profeta, condotto in carcere nel 1993. Gli altri erano stati arrestati nel 1994. La Mattina e Gambino rimasero latitanti fino al 1997 quando furono catturati insieme con il boss Pietro Aglieri.
(Teleoccidente)
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