Caltanissetta, 22 Apr. – “Le cicche ritrovate sulla terrazza di palazzo Graziano, in via D’Amelio, non vennero mai analizzate”. Lo ha affermato Ferdinando Buceti, funzionario della Dia, che ha despoto oggi in Corte d’Assise a Caltanissetta al processo “Borsellino quater”.
Il teste ha parlato degli atti investrigativi compiuti in via D’Amelio dopo la strage del 19 luglio del 1992, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Buceti si è riferito a un edificio, ancora in costruzione, di fronte a quello in cui abitava la famiglia del magistrato.
“Un fascicolo fotografico realizzato dalla polizia scientifica, riproduce la presenza in terrazza, di piante, mozziconi di sigarette e ante poggiate sul davanzale”, ha affermato il funzioario della Dia, secondi cui “dalla terrazza di questo immobile c’era la possibilità di vedere tutta via d’Amelio e in particolare il luogo in cui si verificò la deflagrazione. Vennero eseguite immediatamente delle perquisizioni nelle abitazioni dei fratelli Graziano – ha aggiunto – ma non emerse nulla ai fini delle indagini”.
Secondo quanto affermato da Buceti, i costruttori Graziano “erano considerati vicini alle consorterie mafiose che operavano in quella zona e in particolare al mandamento di Resuttana capitanato dalla famiglia Madonia”.
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