Strage di Lampedusa, polemiche e paura di nuovi naufragi
Dopo la strage di ieri, nuove paure per due barconi che sarebbero stati individuati dai mezzi navali di Frontex di cui poi si sono perse le tracce. Intanto sono stati sistemati all’interno della vecchia aerostazione di Lampedusa i corpi dei 29 immigrati morti ieri nell’ennesimo naufragio nel canale di Sicilia a circa 120 miglia dall’isola.
Dopo una prima ispezione, i corpi sono stati messi all’interno di sacchi verdi, in attesa delle procedure di identificazione che saranno avviate dalla squadra della Polizia scientifica che arriverà oggi. Si tratta di giovani tra i 18 e i 25 anni, secondo una prima ispezione cadaverica. Alle vittime gli agenti della Scientifica preleveranno il Dna e scatteranno delle fotografie per poterle poi identificare. Non si sa ancora se alcune delle vittime fossero parenti dei 75 superstiti che si trovavano sullo stesso barcone. Subito dopo le salme verranno sistemate nelle bare e portate via con la nave a Porto Empedocle per poi essere tumulate nei cimiteri in cui c’è spazio, nell’agrigentino o in altre località.
Tra i 75 profughi superstiti sul barcone ci sono anche tre minori non accompagnati, due della Costa d’Avorio e un del Mali. I superstiti sono arrivati nella tarda serata di ieri a Lampedusa stremati e sotto choc. Uno di loro è stato portato in elisoccorso a Palermo dove è ricoverato in coma, un altro, con sintomi di assideramento, è stato portato alla Guardia medica. Gli altri sono stati trasferiti al Centro d’accoglienza. Trentasette provengono dalla Costa d’Avorio, 17 dal mali, 7 dalla Guinea, 7 dal Senegal, 2 dal Gambia e 2 dal Niger.
Oggi il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede e il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini li andranno a trovare al centro d’accoglienza di Contrada Imbriacola. L’ennesima strage ha riproposto il problema dei salvataggi in mare: Le navi militari capienti e organizzate, utilizzate nell’operazione Mare Nostrum, avrebbero probabilmente potuto evitare l’alto numero di vittime, causato dal freddo e dalla sistemazione all’aperto sulla plancia delle piccole motovedette battute dalle onde e dal vento.