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di redazione
Palermo, 7 set. (Adnkronos/Ign) – Naufragio di un barcone con a bordo decine di immigrati, la notte scorsa, a circa 12 miglia dall’isola di Lampedusa. Dalle due della notte scorsa sono in corso le ricerche delle motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza, ma anche di diverse imbarcazioni della Nato. adnShowzone(1); I migranti del barcone erano tutti tunisini. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri del paese nordafricano, secondo il quale a bordo erano presenti almeno 110 migranti clandestini partiti due giorni fa dalle coste della provincia meridionale di Sfax. In un comunicato, il ministero assicura di “seguire la questione da vicino in coordinamento con le autorit’ italiane competenti, incaricando un membro del consolato tunisino a Palermo di recarsi a Lampedusa per sovrintendere alle operazioni di ricerca”. Al Centro di soccorso e prima accoglienza di Lampedusa, gestito dalla cooperativa guidata da Cono Galip’ ,ci sono “52 dei migranti superstiti soccorsi all’alba al largo di Lampedusa” ha spiegato Galip’ all’ADNKRONOS. Complessivamente sono 82 i migranti ospiti del Cspa e ”gli altri 30, tra cui 13 donne, si trovano sull’isola da diverso tempo, da quando ha riaperto la struttura”. Fino a questo momento sono stati tratti in salvo 56 migranti, confermano dalla Capitaneria di porto di Lampedusa: 46 erano sull’isolotto di Lampione, dove sono arrivati a nuoto, uno ‘ stato tratto in salvo da un elicottero in alto mare, cinque dalla Guardia di Finanza e altri due da una nave della Nato. Tra i superstiti anche una donna in stato di gravidanza, le sue condizioni non sarebbero gravi. Secondo quanto dichiarato dai superstiti, sul barcone vi sarebbero state 136 persone: 120 uomini, 10 donne e 6 minori. ”Intorno alle 18 di ieri – ‘ la ricostruzione della Guardia Costiera – la Capitaneria di Lampedusa veniva contattata dai carabinieri di Agrigento che comunicava di aver ricevuto una telefonata da cellulare da parte di un migrante tunisino” che ”dichiarava di trovarsi su un barcone che imbarcava acqua a circa 15 miglia dall’Isola di Lampedusa”. Attualmente sono impiegati nelle ricerche, oltre le tre unit’ militari Nato, due motovedette della Guardia costiera, due della Guardia di Finanza, una dei carabinieri, un velivolo della Guardia Costiera, uno lussemburghese del FRONTEX (Agenzia Europea per la difesa delle Frontiere), tre gruppi diving – assieme agli operatori del III Nucleo Sub della Guardia Costiera provenienti da Messina – e numerose unit’ di privati e pescatori. Secondo Amnesty International il naufragio avvenuto oggi all’alba sottolinea drammaticamente ancora una volta le ragioni per cui i governi dell’Unione europea devono impegnarsi maggiormente nel soccorso e nell’assistenza alle persone che arrivano in condizioni disperate sulle loro coste. Nel 2011, almeno 1500 persone avevano perso la vita cercando di raggiungere l’Europa – ricorda l’organizzazione – nella maggior parte dei casi via Lampedusa, nel corso di un massiccio flusso di richiedenti asilo e migranti dall’Africa del Nord e da altre zone. ”Ancora una volta, le acque intorno alla piccola isola di Lampedusa sono state teatro di una tragedia, evidenziando come il numero delle persone che muoiono alle porte dell’Europa stia aumentando”, ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee.
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