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Strage di Capaci. Il 23 maggio non verrà inaugurato il Parco della Memoria

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di redazione

Doveva essere inaugurato il prossimo 23 maggio, doveva sorgere sul tratto della A29 che collega Capaci a Palermo su un terreno di Isola delle Femmine e doveva chiamarsi ‘Parco della Memoria Quarto Savona 15′. Ma i lavori non sono mai iniziati e per il ventennale della strage che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini della scorta non ci sarà nessuna inaugurazione. Il motivo’ Paradossale. Presunte infiltrazioni mafiose al comune di Isola delle Femmine, stazione appaltante per la realizzazione dell’area che doveva essere costruita con fondi regionali in cofinanziamento con l’Anas. Insomma il progetto avrebbe subito lo stop a causa dell’insediamento della Commissione prefettizia di accesso agli atti al Municipio di Isola, che avrebbe dovuto siglare il protocollo d’intesa con Prefettura, Regione ed Anas. Il sindaco Gaspare Portobello si dice ‘umiliato e sottoposto all’ennesima vergogna’ e Tina Montinaro vedova di Antonio Montinaro, uno degli agenti di scorta ucciso nell’eccidio, è delusa ed amareggiata. Credeva nel progetto e ‘Voleva che venisse inaugurato il 23 maggio e che fosse il ringraziamento per i siciliani onesti che non hanno dimenticato cosa la mafia è stata capace di fare. Tutto questo -dice- mi sembra una manovra contro il risveglio dei siciliani. In ogni caso, il 23 maggio io sarò lì, con il mio dolore, la mia dignità, i miei ricordi’. Adesso per lei, si tratta del ‘l’ennesimo segnale di disinteresse delle istituzioni’. Uccisi dalla mafia, due volte. ‘Ci sono le infiltrazioni mafiose’ ‘ continua Tina Montinaro ‘ che facciano i nomi e li arrestino. Il Parco non c’entra. Non è giusto che continui a pagare chi è morto per uno Stato che nemmeno nel ricordo tutela chi ha sacrificato la propria vita in nome della giustizia’. ‘Nessuno ricorda gli uomini della scorta ‘ conclude la donna ‘ Forse ci si dimentica che in quei due attentati morirono altre nove persone. La Sicilia è cambiata molto negli anni, in meglio, ma è possibile che difendere il ricordo debba essere così difficile” ‘Ad Isola delle Femmine -spiega il sindaco Portobello- la mafia non c’è e non capisco cosa sia venuta a fare la Commissione prefettizia. Se lo Stato ritiene diversamente, invece di ritirarsi, doveva fare in modo che il Parco venisse inaugurato proprio quel giorno per dare un messaggio importante di antimafia’. E aggiunge: ‘Questo Parco avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello della mia amministrazione, ed invece si è trasformato in un’onta’.
Ed intanto sul fronte delle indagini della Dia di Caltanissetta sulla strage di Capaci, spunta una pista che porta a Roberto Campesi, dj, commerciante di caramelle, amico dei ragazzi della scorta di Giovanni Falcone e poi caposcorta di Giuseppe Ajala e Vittorio Sgarbi, vicino a poliziotti allora in servizio a Palermo ma anche ad alcuni uomini dei servizi segreti, come Bruno Contrada. Il punto è come e perchè Campesi avesse questi stretti legami con uomini che ricoprivano ruoli di vertice delle istituzioni’ Lui nei carabinieri aveva solo fatto il militare eppure si era guadagnato un posto da caposcorta e sembrava essere a conoscenza di notizie riservate sulla strage di Capaci. Cosa c’entri Robero Campesi non è ancora chiaro. L’unica certezza è che gli investigatori stanno indagando sulle possibili complicità esterne a Cosa Nostra nella stagione stragista.
Fonte: blogsicilia.it; “La Repubblica”

Redazione

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