Strage “casermetta” di Alcamo Marina. Verso l’assoluzione anche Ferrantelli e Santangelo

A distanza di 36 anni dalla strage della casermetta di Alcamo Marina (costata la vita all’appuntato Salvatore Falcetta e al carabiniere Carmine Apuzzo) saranno definitivamente scagionati Vincenzo Ferr…

{jumi [code/google200x200.html] }

di redazione

A distanza di 36 anni dalla strage della casermetta di Alcamo Marina (costata la vita all’appuntato Salvatore Falcetta e al carabiniere Carmine Apuzzo) saranno definitivamente scagionati Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo. La sentenza è attesa per venerdì. Il processo di revisione si tiene presso la sezione dei minorenni della Corte d’Appello di Caltanissetta; all’epoca dei fatti i due imputati avevano entrambi 17 anni. Le udienze sono cominciate dopo l’assoluzione nel febbraio scorso di Giuseppe Gulotta, che era stato condannato all’ergastolo per quella strage non commessa. Gulotta però da innocente ha scontato 21 anni di carcere mentre Ferrantelli e Santangelo erano stati condannati rispettivamente a 14 e 22 anni di reclusione, ma scarcerati tra un procedimento e l’altro, si erano rifugiati in Brasile. Alcuni anni fa erano stati individuati dalla polizia italiana e arrestati ma la richiesta di estradizione era stata poi rigettata dalla Suprema corte brasiliana. In Sud America si sono formati una famiglia e avviato attività imprenditoriali: uno gestisce un maneggio, l’altro fa il costruttore. Come Gulotta, anche loro hanno ottenuto la revisione del processo quando la magistratura ha accertato che il loro accusatore, Giuseppe Vesco, aveva confessato sotto tortura di avere organizzato nel gennaio 1976 l’assalto alla caserma culminato con l’uccisione dei carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. A parlare delle torture è stato l’ex maresciallo Renato Olino, componente della squadra di investigatori guidata dal colonnello Giuseppe Russo ucciso l’anno dopo dalla mafia. Nei processi di revisione sono emersi depistaggi nelle indagini al punto da incolpare degli innocenti per coprire settori deviati delle istituzioni