Le statistiche ci dicono che una buona percentuale di relazioni, in media il 40%, nascono in ufficio. Tante ore passate insieme gomito a gomito, interessi e obiettivi comuni, e si finisce per uscire insieme. Ma se lavori per Facebook o Google hai una sola chance di invitare il tuo collega ad uscire.
Una regola di comportamento, che potrebbe essere giudicata forse un po’ drastica, ma che ha il preciso scopo di prevenire eventuali casi di molestie sessuali. Dopo lo scandalo Weinstein si è perso il conto delle denunce di presunte violenze subite da parte delle star del cinema americano. E anche in casa nostra non sono mancate rivelazioni shock.
Le grandi aziende statunitensi, tra cui anche il famoso social network fondato da Zuckerberg, e Alphabet, di proprietà di Google, corrono ai ripari. È il Wall Street Journal a mettere l’accento sulla questione, spiegando attraverso le parole di Heidi Swartz, responsabile del diritto del lavoro di Facebook, che di risposta ad un invito, tutto ciò che non sia un chiaro “si”, va inteso come un rifiuto.
Frasi del tipo “sono occupato”, “non posso”, “devo controllare la mia agenda”, fanno svanire nel nulla la possibilità di approfondire la conoscenza oltre l’orario di lavoro.
Va detto, però, che Facebook non obbliga i suoi dipendenti ad uscire allo scoperto, nel caso in cui abbiano già una relazione, a meno che questa non possa generare conflitti di interessi. In quel caso, il mancato “coming out” può portare ad un’azione disciplinare.
Ancora più stringente la politica adottata da Google. Come riporta il Wall Street Journal «se una relazione sentimentale crea un conflitto di interessi reale o apparente, può richiedere modifiche degli accordi di lavoro o addirittura la cessazione del rapporto di uno o entrambi i soggetti coinvolti».
Se le grandi aziende della Silicon Valley hanno cercato da un lato di mettere un freno al nascere di storie d’amore tra i propri dipendenti, dall’altro li spingono a passare molto tempo insieme, soprattutto laddove esistono veri e propri campus in cui si condividono le ore di svago.
Difficile, quindi, riuscire a segnare una linea di confine netta tra una semplice amicizia e qualcosa che vada un po’ oltre.
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