Storie di donne e uomini al volante in “Taxi Confidential”
ROMA (ITALPRESS) – Ventuno storie di donne e uomini al volante raccontate in “Taxi Confidential”, il primo libro di Giuseppe Coccon, giornalista e scrittore, edito da Ronca Editore. “Ho iniziato a scrivere e raccontare questa storia quando tanti anni fa ho iniziato a viaggiare per lavoro e ho incontrato nei miei viaggi dei personaggi molto particolari – ha detto Coccon in un’intervista all’Italpress -. Un po’ per la passione per la scrittura, un po’ per l’interesse a capire quanta vita passasse in due metri quadri che sono gli spazi in cui si muovono i tassisti, ho iniziato a scrivere queste storie. Poi durante la pandemia ho deciso di raccoglierle e di farne un libro per dare un senso a un periodo storico della nostra vita molto articolare. Mi è piaciuta molto e mi ha incuriosito la capacità che ha il tassista di raccogliere le storie delle persone che entrano e escono e alla fine della giornata di metterle insieme e di farne delle storie, alcune commoventi e altre un po’ più bizzarre”.
La capacità del tassista o della tassista di ascoltare il cliente e ogni tanto anche di essere un po’ confessore. Credo che soprattutto durante la pandemia la categoria dei tassisti si è riscattata da un clichè di persone poco oneste e poco serie, ricordiamo che durante la pandemia molti di loro hanno portato in giro gratuitamente persone anziane e malate, credo che svolgono e hanno svolto un ruolo sociale”, ha proseguito.
Il libro, con una copertina particolare realizzata da un’artista che dipinge con il vino, darà anche un contributo a chi ha bisogno. L’intero ricavato, infatti, andrà in beneficenza all’associazione per la Lotta contro l’Autismo e all’AIL. “Sin dal primo momento ho deciso che questo libro dovesse aiutare qualcuno e ho deciso che tutto il ricavato andrà in beneficenza perchè credo che nella vita se abbiamo ricevuto arriva il momento in cui dobbiamo anche restituire, per cui il momento era questo, in un periodo storico dove molte persone si sono trovate in difficoltà mi piaceva l’idea di dare il mio piccolo contributo”, ha concluso l’autore.