L’ultimo DPCM firmato dal presidente del Governo Giuseppe Conte ha introdotto delle misure limitative di feste e cerimonie. Ma secondo Federmep, le nuove disposizioni metterebbero a serio rischio il settore del wedding.
Un settore che, a livello nazionale, conta 50mila tra imprese e partite iva, più oltre 300mila dipendenti tra impiegati stabili e stagionali. Sono coinvolte aziende di catering, wedding planner, fotografi, musicisti, fioristi e chi confeziona abita da cerimonia, che, a causa delle misure adottate con l’ultimo Dpcm, dalla mezzanotte di oggi rischia di collassare dal momento che “i matrimoni potranno essere svolti con la sola presenza dei soggetti che devono intervenire secondo le norme dello stato Civile alla celebrazione e con non più di dieci invitati”.
Così Federmep ha deciso di inviare una lettera ai Presidenti delle competenti commissioni in Parlamento e Senato.
«Quello che accadrà nel prossimo fine settimana – afferma la presidente, Serena Ranieri – sarà qualcosa di inimmaginabile. Rischiano di saltare oltre cinquemila cerimonie, tra matrimoni, comunioni e battesimi, molti dei quali dovevano essere già celebrati in Primavera. Danni su danni non solo per noi, addetti ai lavori. Centinaia di migliaia di euro di prodotti deteriorabili che saranno gettati in quanto acquistati per l’occasione e non più utilizzabili. Comprendiamo le ragioni di carattere sanitario, ma il governo non può non tenere in considerazione l’impatto economico e sociale di decisioni prese l’oggi per il domani. Chiediamo, infatti, una deroga per gli eventi programmati, prevedendo rigidi controlli da parte delle autorità competenti e ristori per le cerimonie che saranno annullate».
Se, poi, consideriamo che da marzo sono stati cancellati circa 65mila matrimoni e circa 200mila eventi di altra natura, si può ben comprendere quante e quali erano la attese rispetto alla prevista ripresa a partire dall’autunno.
«La perdita per il settore – aggiunge il vicepresidente di Federmep, Pasquale Mazzei – ammonta a circa 20 miliardi, senza contare l’indotto. Oltre al mancato guadagno e alle perdite dirette per le cerimonie dei prossimi giorni, c’è un altro aspetto di cui tener conto: siamo, infatti, inondati di richieste disperate da parte degli sposi e delle famiglie che avevano in programma cerimonie e feste. Stiamo parlando di eventi in location di grandi dimensioni, tali da garantire il distanziamento. Noi non abbiamo problema che vengano inaspriti i controlli, ma non facciano cadere la scure sul collo di migliaia di persone e delle nostre imprese».
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