In Sicilia si legge troppo poco e proprio per questo Ali Confcommercio Palermo, l’associazione dei librai, ha dato vita agli “Stati generali delle librerie”, un appuntamento che ha coinvolto tutti gli imprenditori e gli operatori culturali che ruotano attorno alla filiera del libro per interrogarsi sulle difficoltà attuali e per far crescere la cultura del libro e della lettura.
I numeri sono impietosi: la Sicilia nel 2021 è stata la Regione che ha fatto registrare la percentuale più bassa in Italia di persone che hanno letto almeno un libro: appena il 27,4%, rispetto a una media nazionale del 40,8% (dati Istat). Il numero delle librerie invece si consolida e l’ultimo dato ufficiale fa registrare una crescita di 4 imprese, un piccolo segnale di speranza che si unisce al trend delle vendite che nel 2022 è stato buono. Ma, con l’aumento generalizzato dei costi, per le librerie è quasi impossibile andare avanti senza i sostegni economici delle istituzioni, come ad esempio il “fondo biblioteche” e il “tax credit” erogati nel 2022
Un confronto a cuore aperto, proseguito per l’intera giornata, dalla quale scaturirà un documento di sintesi da portare all’attenzione delle istituzioni perché – come hanno sottolineato il presidente nazionale dell’Ali Paolo Ambrosini e quello provinciale Nicola Macaione che ha moderato il dibattito – “bisogna comprendere che il libro non è solo un bene commerciale ma soprattutto un bene culturale. Bisogna portare avanti tutte le iniziative necessarie per alzare l’indice di lettura della popolazione, lavorando con attenzione anche sulle realtà territoriali. Grazie ad alcune iniziative concordate con le istituzioni nazionali siamo riusciti a mettere in sicurezza la rete commerciale delle librerie, invertendo negli ultimi due anni un trend che era in costante ribasso ma non si può non tenere conto dell’aumento generale dei costi che mette in crisi la sopravvivenza dei librai costretti a vendere il prodotto a un prezzo imposto”.
Ambrosini, in particolare, ha sottolineato come “la predisposizione alla lettura nasce all’interno delle famiglie” e che – contrariamente al pensiero comune – “è in crescita la lettura a livello giovanile e che quindi non si capisce perchè sia stata attaccata la misura (18 app) che assegna risorse per i consumi culturali dei ragazzi”.
Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio, ha anche rilanciato l’idea di fare di Palermo la “capitale del libro”. “Da anni sosteniamo la cultura del libro e adesso vogliamo essere promotori di un progetto che abbia l’obiettivo di esaltare non solo il commercio fisico ma anche quel senso di comunità e di accoglienza che rappresenta una virtù tipica di questo territorio”.
Agli Stati generali delle librerie hanno partecipato anche gli assessori comunali Maurizio Carta (Rigenerazione Urbana) e Giampiero Cannella (Cultura) che hanno recepito le indicazioni, dimostrando grande apertura a una collaborazione istituzionale per sostenere ogni iniziativa rivolta alla valorizzazione della cultura del libro.
Al dibattito, che si è svolto alla Camera di Commercio di Palermo, hanno partecipato Margherita Perez, direttrice della Biblioteca regionale; Eliana Calandra, consulente del sindaco per la valorizzazione del sistema bibliotecario; Davide Camarrone, direttore artistico “Festival delle Letterature Migranti”; Felice Cavallaro, direttore artistico della “Strada degli Scrittori”; Giuseppe Veniero, presidente CCN Piazza Marina e dintorni; Maria Giambruno, direttore esecutivo di “Una Marina di libri”; Giovanna Analdi, presidente dell’associazione “Cassaro Alto”; Giulio Pirrotta, responsabile della “Via dei Librai”; Ottavio Navarra, presidente Adesi; Salvatore Granata, presidente Ase; Rosanna Maranto, direttore artistico di Illustramente e Giuseppe Scuderi, in rappresentanza dell’assessorato regionale ai Beni Culturali.
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