Da 150mila a 100mila: i precari assunti con la riforma della scuola sono scesi di un terzo rispetto al numero che il governo aveva messo nero su bianco lo scorso settembre. La differenza è dovuta al fatto che 14mila sono già stati assunti nel corso dell’anno; al “congelamento” di 23mila docenti dell’infanzia (il governo li assumerà dopo aver elaborato un piano di destinazione con i Comuni); soprattutto all’esclusione degli idonei dell’ultimo concorso, tra i 6mila e i 7mila docenti. E proprio su questa scelta il governo rischia un clamoroso autogol: forse potrebbe bloccarsi addirittura l’intera riforma.
Perché era stato proprio il ministero, un anno fa, a includere questi insegnanti nelle Graduatorie di merito del Concorsone indetto nel 2012 dall’allora ministro Profumo e promettere loro una cattedra; ribadendo l’impegno anche nello scorso autunno. Fra l’altro anche il quadro normativo sembra dare ragione alla categoria ed espone la riforma ad un pericoloso contenzioso legale:
Il coordinamento nazionale degli idonei fa sentire la sua voce: “Se il provvedimento verrà approvato così, il giorno dopo andremo dritti in tribunale. Del problema si stanno interessando anche tanti partiti politici che ci hanno promesso il loro appoggio. Una simile assurdità non passerà mai in Aula, Renzi si prepari alla battaglia
Gli idonei del Concorso 2012 sono quei candidati che hanno passato le prove conseguendo il punteggio minimo, ma in graduatoria si sono posizionati oltre gli 11mila posti messi a bando dal Ministero>. Sono in tutto 17mila, di cui però 10mila già presenti nelle graduatorie ad esaurimento, le liste che assegnano per legge il 50 per cento dei posti a tempo indeterminato e che ora il governo si accinge a svuotare. Quindi quelli che resterebbero fuori allo stato attuale sono meno di 7 mila .
Nel maggio del 2014, per stoppare i ricorsi un decreto ministeriale aveva sancito di estendere lo scorrimento delle Graduatorie di merito anche a tutti gli idonei, che quindi sarebbero dovuti entrare in ruolo nei prossimi anni. Un’intenzione ribadita anche nella riforma: stabilizzeremo “tutti i precari storici, tutti i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso”, si legge ancora a pagina 15 del programma de “La buona scuola”.
Qualcosa, poi, è cambiato. “Gli idonei non sono vincitori, altrimenti si chiamerebbero vincitori. Ci dispiace, ma loro dovranno fare il concorso”, ha spiegato ieri in conferenza stampa Matteo Renzi con toni perentori. Difficile dire cosa ci sia dietro questa giravolta. O forse no: con la loro esclusione il governo risparmierà risorse da destinare a nuovi progetti, come il merito con fondi aggiuntivi o la “carta del prof” da 500 euro l’anno,non previsti nel piano originario.
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