Piu’ di 80 miliardi di euro all’anno. Secondo il Rapporto Confcommercio dedicato alla ‘Spesa pubblica regionale’, e’ questa la cifra che ogni anno le 20 regioni italiane spendono in inefficienze, disservizi e perdite. In una parola: sprechi.
Un fiume di denaro che potrebbe essere risparmiato e destinato, ad esempio, per ridurre la pressione fiscale.
Secondo il Rapporto presentato oggi alla giornata di apertura del tradizionale Forum di Cernobbio, attraverso una
”corretta e incisiva” spending review sarebbe dunque possibile risparmiare ogni anno 82 miliardi e 300 milioni di
euro. Per raggiungere questo obiettivo, basterebbe applicare a ognuna delle 20 regioni italiane i parametri di spesa
adottati in Lombardia, regione piu’ ‘virtuosa’ dello Stivale.
La Lombardia e’ insomma un modello che tutte le altre Regioni italiane dovrebbero imitare. Sono i numeri a testimoniarlo: ogni cittadino lombardo costa al Pirellone 3.900 euro in servizi pubblici. La media italiana e’ di 4.500 euro a testa. Ma ci sono casi estremi come quello della Valle d’Aosta, Regione che ogni anno spende quasi 9.200 euro per ciascun suo cittadino e che percio’ rientra nella ‘fascia alta’, occupata prevalentemente dalle Regioni del Mezzogiorno e da tutte quelle dove la spesa pro capite supera il tetto di 5 mila euro.
Sono queste differenze considerevoli, non sempre riferibili all’efficienza della spesa pubblica. In generale, conta la dimensione. Lo studio evidenzia come piu’ cresce la popolazione servita e piu’ scende la spesa pro capite, a
dimostrare che la produzione dei servizi pubblici si giova di economie di scala.
Ma c’e’ un altro dato che balza subito all’occhio: in generale le Regioni a statuto speciale registrano livelli di
spesa superiori a quelle a statuto ordinario. Piu’ spesa – e’ bene precisarlo – non equivale necessariamente a migliori
servizi.
Anzi, il piu’ delle volte e’ vero il contrario. In Calabria la spesa pro capite regionale e’ del 39% circa superiore a
quella della Lombardia (5.465 euro contro 3.934 per cittadino), ma i servizi pubblici offerti ai cittadini calabresi sono peggiori del 61% rispetto a quelli di cui benefica un lombardo.
Il rapporto Confcommercio stila anche – attraverso un mix di calcoli ed equazioni – una classifica delle Regioni
‘sprecone’ d’Italia. In prima posizione la Sicilia che dissipa ogni anno quasi 18 miliardi di euro. Seguono Campania (i cui sprechi lambiscono quota 15 miliardi all’anno) e Lazio (Regione capace di sperperare 14,3 miliardi di euro nel giro di 12 mesi). A livello generale, si puo’ dire che le Regioni del Nord ‘spendano’ meglio di quelle del Mezzogiono. La prima regione del Sud tra le piu’ virtuose e’ l’Abruzzo che occupa l’ottavo posto con ha un livello di servizio del 32% inferiore rispetto alla regione migliore. Calabria e Sicilia mostrano livelli di servizi inferiore di oltre il 60% rispetto alla Lombardia, Campania e Puglia viaggiano attorno al 55% in meno. Una regione del profondo Nord come il Friuli fornisce un livelli di servizi simili a quelli della Lombardia (inferiori del 3% rispetto) ma a un costo pro capite del 22,5% superiore.
Il bilancio finale dello studio condotto da Mariano Bella e’ a dir poco drammatico. Ogni anno finisce in ‘sprechi’ il
40% del totale spesa pubblica delle Regioni (calcolata al netto di difesa, ordine pubblico e sicurezza, di competenza
dello Stato centrale). Questo e’ il dato medio. Perche’ ci sono casi, come quelli di Calabria e Sicilia, dove il costo
delle inefficienze arriva al 70%.
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