Speciale casa editrice Cartago. La cultura non si ferma, continuano a nascere collaborazioni tra varie realtà imprenditoriali, la Carthago Edizioni si ‘sposa’ con l’associazione culturale Focus.
Questo sodalizio inizierà lunedì, alle ore 17,00 con una nuova trasmissione online, si potrà vedere sulla pagina facebook dell’associazione, all’indirizzo: https://www.facebook.com/focusassociazioneculturale/. Ogni lunedì la presidente dell’associazione Focus, Stefania Germenia, nonché autrice della Carthago, presenterà un testo della Casa Editrice per creare un circolo virtuoso e far conoscere al popolo internauta la variegata rosa di scelta dei libri con brand Carthago.
Il primo appuntamento vedrà la presentazione del libro Tempo Sospeso di Stefania Germenia. E di seguito ci saranno: Giovanna Alecci, Il Mare degli Ultimi; Annarita Schiavone, Demoni d’Amore; Teresa Tufo, Micol; Giusi Liuzzo, Dal Verde al Viola; Giuseppe Crisafulli, La Setta; Nuccio Puglisi, Centoottovolte più grande del sole; Gabriella Vergari, Capriccio Siciliano; Dora Marchese, L’Epica della Passione.
Vi aspettiamo, anche se solo virtualmente. Non dimentichiamo che la buona letteratura aiuta a superare la paura in questo periodo di emergenza Coronavirus.
“Tempo sospeso” di Stefania Germenia si compone di tre racconti e una raccolta di poesie in coda all’ultimo racconto. Si tratta di tre storie concluse e quindi leggibili indipendentemente l’una dall’altra. Incorniciate da un luogo fisico, la casa dei nonni, che è anche e soprattutto il luogo dell’anima all’interno. Luogo nel quale Rosa, la protagonista unica dei racconti, è visibile, prima a sprazzi, poi in maniera sempre più nitida. In questo contesto Rosa rivela la sua storia di donna e madre che vive e non sopravvive, ha il coraggio di lottare, scegliere, sbagliare, attraversare il dolore in nome del suo più grande amore: la vita.
La malinconia è lo stato d’animo del poeta che ricorda il Paradiso. I suoni dell’anima, alle volte, si fanno volti, persone, barconi, cicale, pozzi che intonano la sete. Sono echi che risuonano dal fondo dei ricordi e si fanno così chiari da palesarsi nelle più belle delle voci; tra queste i versi dell’amore, quelli universali, che rincorrono la speranza di un affetto perduto e ancora sperato. Oppure per i tanti migranti che solcano le acque sperando in una salvezza! Sembra quasi che in queste poesie le lettere, i versi, le strofe, siano loro stessi a scegliere come stare l’una accanto all’altra dando vita al diapason delle emozioni.
I Demoni d’Amore sono ovunque, accompagnano le nostre giornate, vivono attraverso le sensazioni di un rumore, un sapore o un odore. I Demoni d’Amore trasformano la vita in poesia e ogni parola diventa canto dall’alba al tramonto. Non ci sono limiti per I Demoni d’Amore perché ci appartengono e noi spesso li trascuriamo. È proprio in quel momento di lenta trascuratezza che si insinuano in noi, talvolta silenziosi e sornioni, talvolta prepotenti e carnali, come corpi vivi e guizzanti. Si animano e prendono forma nella sfera lunare notturna o negli occhi di una donna, nel ricordo del padre o nel vagito di un figlio. Tutto gira intorno ad essi e la nostra immaginazione non può fingere che non esistano.
L’amore va oltre tutto e tutti, riesce a dare senso alla vita, sfiora e penetra l’anima. L’amore vero, unico, più forte del dolore, l’amore che salva e porta ad una nuova esistenza. Un rapporto tormentato ed intenso quello tra Fabio e Micol, il cui passato cela un tragico segreto. Un passato i cui segni porta addosso e dentro Micol, che finisce per ritrovare se stessa accanto all’uomo della sua vita. Una donna che ha perduto la propria anima a causa dei fantasmi del passato ma che incontra l’uomo che riesce a legarla a sé con il suo amore incondizionato, un uomo dagli occhi profondi come l’oceano, che sa guardare oltre l’apparenza e svela l’essenza di una donna forte e fragile, dolce e passionale.
Micol appare distante, lontana, assente. Un mistero la rende diversa dalle altre donne. Sì Micol è diversa, è riuscita a sopravvivere dopo aver vissuto l’inferno, si fida dell’uomo che le è accanto, dei suoi sentimenti, della sua sensibilità, ma non riesce ad affidarsi a lui completamente. È il sentimento profondo che prova, a spingere Fabio ad affrontare i demoni di Micol e a ritrovare la felicità che credeva di aver perduto per sempre. Pur nella tragicità degli eventi, un miracolo unirà i due protagonisti per sempre.
Una vita per l’arte, una vita per il viaggio, una vita per la vita. Un colore per ogni capitolo della vita. Una donna, moglie, madre, insegnante che non teme di guardare allo specchio se stessa, di raccontare ciò che ha visto ed attraversato. Ed infine la rinascita. Dal verde al viola è un racconto sull’esperienza delle diverse dimensioni dell’esistenza ed, al contempo, una biografia in cui vita vissuta e vita narrata, parole ed immagini si compongono a ricordarci che la vita altro non è che un viaggio costante attraverso il quale affondare lo sguardo sul mondo presente, su quello passato e quello futuro, ma soprattutto interrogarsi sugli uomini, sul destino di ognuno dei volti incontrati e, specialmente, sul proprio.
In molti infatti già da tempo si chiedevano in quali imbrogliate matasse investigative fosse impegnato il commissario Sarli dopo la brillante soluzione dei due casi che avevano costituito il tessuto dei due primi romanzi. E non solo. A molti cominciava a mancare la familiare consuetudine instaurata con l’Autore e il non poterlo seguire nelle sue passeggiate per i vicoli di Ortigia a Siracusa o sulla spiaggia di Marzamemi o, ancora, per il centro storico di Catania.
Cos’hanno in comune una maturanda, amante del baseball, e un uomo, innamorato della matematica e della filosofia? Alessandra ha diciotto anni, grandi occhi verdi, vivi ed aperti sul mondo, capelli neri perennemente raccolti in due codini. Frequenta la terza liceo e ama giocare con i Greenrays, sebbene sia l’unica ragazza in squadra. Padre Giovanni è un sacerdote, ha trentanove anni ed un nipotino, Lorenzo, che adora. Ama la matematica perché convinto che racconti dell’esistenza di Dio come e più di qualunque altra disciplina esistente. A farli incontrare prima, a legarli in maniera indissolubile poi, saranno una malattia, una corsia d’ospedale, una cavalcata verso la maturità dell’anima ed un filo la cui apparente invisibilità si dimostrerà essere inversamente proporzionale alla sua ancestrale potenza.
E quei casi della vita che alcuni chiamano destino, altri inconscio, altri ancora provvidenza. Intorno a loro ruotano tante altre storie: quella di Maria Rita, Lucio ed Anna; quella di Enza e di Riccardo; quella di Giraldi, del piccolo Lorenzo e della famiglia di padre Giovanni. Il passato nella misericordia di Dio, il futuro nella sua provvidenza, il presente un atto d’immenso amore; così potrebbe riassumersi Centootto volte più grande del sole. Un romanzo che apre al senso, intessendo un’indistricabile relazione tra la forza del reale e l’intensità della metafora e del simbolo, che percorrono ogni singola pagina. Un romanzo che parla della vita, del valore delle cose che siamo chiamati ad affrontare e ad attraversare, della potenza dell’amore, unica vera panacea alla morte.
Con questo Capriccio Siciliano – afferma Vincenzo Spampinato nella Prefazione – Gabriella Vergari non solo è riuscita a far esistere la nostra Terra, ma addirittura a farla resistere nelle sue tradizioni e contraddizioni, nei suoi silenzi e nelle sue canzoni, facendola diventare lo spartito che tutti vorrebbero suonare. Questo Capriccio non è stravaganza puerile e incaponita ma, in accezione tecnica (e auspicabilmente melodiosa), componimento a proprio modo musicale al limite dell’improvvisazione. Una dichiarazione d’amore per la Sicilia, di cui essere suonatori e ascoltatori insieme. Un modo per entrare nel mood giusto e poterla abbracciare nelle sue sfaccettate dimensioni, ma soprattutto nei suoi mille volti, odori e colori.
In Sicilia, al tempo degli aragonesi, una donna di umili origini, ambiziosa e indipendente, riesce nella scalata sociale, fino a dare del tu a re e regine. È Macalda di Scaletta, baronessa di Ficarra. La sua controversa figura è stata variamente interpretata fino a penetrare nell’immaginario collettivo. Ha ispirato scrittori come Giovanni Boccaccio per il suo personaggio di Lisa Puccini nel Decameron, sino ad impiantarsi nel nucleo fondante della leggenda di Gammazita, tra le più amate di Catania.
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