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Sostenibilità, a Bper il rating di Carbon Disclosure Project

MILANO (ITALPRESS) – Carbon Disclosure Project, organizzazione non profit internazionale che da anni valuta in modo molto serio e severo le performance delle aziende dal punto di vista della sostenibilità ambientale, ha da poco inserito Bper, unica banca italiana, nella sua “A List”, rating riservato alle aziende maggiormente impegnate nel cambiamento climatico. Un riconoscimento importante per il gruppo bancario, che ha voluto dedicare una figura manageriale, Giovanna Zacchi, appositamente al tema del Corporate Social Responsibility.

“Siamo stati valutati in base ai rischi e alle opportunità legati al climate change, a quello che fa la banca sui propri impatti diretti, ma anche su chi e cosa finanzia la banca, come investe i soldi e come supporta i propri clienti negli investimenti sostenibili – ha detto Zacchi intervistata da Italpress -. È stata fatta una view a 360° di come la banca agisce a favore della transizione di un’economia low carbon”.
“Essendo Bper una banca quotata, ottenere questo rating per noi ha anche un valore finanziario, a maggior ragione adesso che la Commissione Europea sta lavorando moltissimo sulla trasparenza dei mercati finanziari e sugli investimenti di sostenibilità – ha aggiunto -. L’altro motivo che ci ha spinti a farci valutare è quello che vogliamo essere credibili nel nostro obiettivo di voler supportare famiglie e imprese, soprattutto quelle medie e piccole, nella transizione verso un’economia a minor impatto ambientale”.
Proprio da questo punto di vista Bper si sta spendendo in una serie di prestiti per le famiglie legati acquisti green e al cosiddetto eco bonus, ma anche affiancandosi alle imprese che, anche partendo da zero, volessero fare una transizione per raggiungere obiettivi sfidanti in termini di efficenza energetica. Una tendenza, quella della responsabilità ambientale, che è stata amplificata dall’emergenza Covid e, in particolare con gli strumenti messi in atto dall’Unione Europea per reagire a questa crisi.

“Con il Recovery Fund c’è stato un ulteriore incremento della velocità con cui la Commissione Europea ha spinto in questa direzione – ha concluso Giovanna Zacchi -. Ad esempio è già stato stabilito che almeno il 37% dei fondi del Recovery Fund dovranno essere utilizzati per la lotta al climate change. Si parla spesso di costi legati alla transizione energetica, ma è sbagliato. Dobbiamo parlare di investimenti, anche se non sono a breve termine”.

Redazione

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