Sospesa’ per un mese la pubblicazione del decreto che prevede la riorganizzazione dei punti nascita in Sicilia, tagliandone 23 ed entro il 30 giugno del 2012. La decisione e’ arrivata al termine della riunione della commissione Sanita’ dell’Assemblea regionale siciliana. E’ stata accolta dunque l’obiezione sulla procedura, in quanto il decreto non poteva essere emanato se prima non veniva sottoposto al parere della commissione di merito. Il dibattito sul piano di riordino dei punti nascita in commissione Sanita’ all’Assemblea regionale siciliana e’ stato ampio e complesso. L’assessore alla Salute, Massimo Russo, ha spiegato le ragioni a monte delle decisioni prese con il supporto di esperti come i professori Giuseppe Ettore e Paolo Scollo della Societa’ italiana di ginecologia i quali hanno illustrato dati e criteri seguiti e la necessita’ attraverso proprio una riqualificata rete di assistenza di garantire meglio le puerpere, quindi privilegiando la sicurezza di ogni intervento e la qualita’ delle prestazioni che evidentemente in centri dove avvengono almeno 500 parti l’anno non e’ comparabile con altri che presentano numeri minimi. “Il decreto rispetta puntualmente le indicazioni del Piano Sanitario regionale, approvato da questa Commissione e tiene conto dell’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni che addirittura prevede la chiusura dei punti nascita con meno di 1000 parti all’anno. L’assessore ha ricordato che la Sicilia, in passato, ha fatto registrare indici di mortalita’ superiori alla media nazionale e ha ribadito che il provvedimento mira a garantire alle pazienti e agli stessi operatori sanitari le condizioni di massima sicurezza potenziando i servizi di trasporto per le emergenze neonatali (Sten) e per il trasporto materno-assistito (Stam), sviluppando l’attivita’ dei consultori, implementando le metodologie del parto indolore e riducendo i parti cesarei. Russo ha anche sottolineato come la riconversione dei punti nascita prevede che sia mantenuta l’assistenza nei presidi ospedalieri con un ginecologo (h 12) e un’ostetrica (h 24) che valuteranno le condizioni delle pazienti e l’eventuale necessita’ di un trasferimento con un’ambulanza dedicata. Per venire incontro alle esigenze dei territori – ha aggiunto Russo – in linea con il Piano sanitario, abbiamo oggettivato i criteri adottati per le cinque deroghe (Corleone, Nicosia, Bronte, Mussomeli e Santo Stefano di Quisquina): la difficolta’ di garantire, entro un’ora, il trasferimento delle pazienti verso strutture di secondo livello, l’ampiezza dell’area territoriale di riferimento e una media, nel quinquennio, di almeno 150 parti all’anno”.
Per il sindaco di Alcamo e presidente dell’Anci Sicilia Giacomo Scala adesso si potrà intavolare un dialogo costruttivo con la Regione, mettendo in evidenza che il decreto dovrà necessariamente trovare una sua logica applicabilità sul territorio. Ogni comune, infatti, ha esigenze diverse che non vanno sottovalutate e che vanno esaminate punto per punto, in modo tale da offrire il miglior servizio possibile ai cittadini’. Per Salvino Caputo deputato regionale del PDL è prevalso il buon senso, e’ un primo risultato a difesa dei cittadini e del territorio – dice – e in questo mese lavoreremo per garantire i livelli di sicurezza del territorio e la salute dei cittadini “. ‘In commissione Sanità c’è stato un confronto vero e approfondito sul decreto che ridisegna la rete dei punti-nascita in Sicilia -afferma invece Antonello Cracolici capogruppo del Pd all’ARS- da parte dell’assessore Massimo Russo c’è stata la disponibilità ad approfondire la questione nei prossimi giorni e, alla luce degli argomenti esposti oggi, valutare se e quali deroghe applicare al decreto’.
(Teleoccidente)
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