La soppressione dell’Ufficio speciale immigrazione, da parte della giunta di governo, che lo aveva istituito nel 2014, porta come conseguenza immediata il venir meno di numerose azioni tendenti a favorire il percorso di integrazione dei migranti nella nostra Regione.
Un passo indietro di fondamentale importanza ed in netto contrasto con una legge della Regione (la n. 20 del 29 luglio 2021), tra le più avanzate in Italia, che prevede una serie di misure per l’accoglienza e l’inclusione.
Da un lato, quindi, sono stati individuati degli strumenti per favorire questo percorso e dall’altro si va poi a cancellare lo strumento fondamentale, l’Ufficio speciale immigrazione, per l’attuazione degli interventi previsti dalla legge. Le competenze vengono accorpate al Dipartimento Famiglia che non ha in materia le risorse umane, le competenze, l’esperienza e le relazioni acquisite nel corso degli anni, soprattutto nei rapporti con l’Unione Europea e le altre regioni italiane. Ma soprattutto non ha le competenze per affrontare tutte le problematiche legate al fenomeno migratorio che fanno capo ad altri dipartimenti quali ad esempio quelli del lavoro, della sanità, della formazione professionale, della scuola, ecc. Tutti aspetti che risentiranno parecchio negativamente dalla nuova situazione che è venuta a determinarsi, con conseguenze disastrose per quanto riguarda il processo di integrazione dei migranti.
La decisione della soppressione va anche in contrasto con la conferenza regionale sull’immigrazione tenutasi lo scorso 15 dicembre, organizzata dall’Ufficio speciale immigrazione, preceduta da centinaia di incontri in tutta la Sicilia per individuare criticità, idee e proposte tendenti a dare le risposte migliori al fenomeno migratorio.
Sono stati prodotti diverse decine di documenti frutto di analisi, studi, osservazioni su campo, elaborate proposte e suggerimenti che dovevano portare all’elaborazione del piano per l’accoglienza e l’inclusione, previsto per legge, puntellando i fattori di maggiore crisi ed ora non si capisce più chi dovrà elaborare questo documento che avrebbe dovuto tracciare la
strada da seguire in modo programmato, corretto ed efficace. Un grande lavoro fatto, costato un bel po’ di denaro, che rischia di finire nella spazzatura.
Va ricordato che stiamo parlando di un fenomeno che riguarda 250 mila extracomunitari regolari in Sicilia, 41 insediamenti informali censiti che hanno una presenza approssimativa stimata tra 10 e 40 mila migranti, E poi c’è l’esercito degli irregolari che nessuno sa esattamente quanti siano. Una così vasta popolazione presente nel nostro territorio e con numerose e complesse problematiche da affrontare non può non avere una struttura dedicata con una visione univoca e con risorse umane sufficienti e competenti per gestire il fenomeno. Questa struttura c’era ed ora, irresponsabilmente, non c’è più.
Va detto che l’Ufficio speciale immigrazione, grazie alle progettazioni realizzate e alle relazioni che ha messo in campo, ha portato in Sicilia 10 milioni di euro che devono essere rendicontati all’Unione Europea entro il prossimo mese di marzo, e se ciò non viene fatto si configura un danno erariale nei confronti della Regione. Lo stesso ufficio sta elaborando progetti per altri 50 milioni di euro che adesso non si sa che fine faranno. Nei giorni scorsi ha varato il primo elenco di mediatori culturali con circa 350 iscritti, ha portato avanti soprattutto nella Sicilia orientale forti azioni di contrasto al caporalato nelle campagne, ha istituito l’osservatorio regionale sul fenomeno migratorio, ha sviluppato una consistente progettazione per interventi nel campo della sanità, della casa, della scuola, ecc in sinergia con enti religiosi, del terzo settore e con diverse regioni meridionali. E’ stato un punto di riferimento per quanti si occupano a vario titolo di migranti. Ha svolto un grande lavoro per la comunità dei migranti e la Regione, dopo averlo elogiato in varie occasioni adesso, in nome di una rotazione che dovrebbe andare a rinforzare altre strutture dell’amministrazione, ora lo sopprime, dando un colpo mortale ad un settore estremamente delicato e complesso che riguarda la vita ed il futuro di diverse migliaia di persone che vivono in condizione di estremo disagio e marginalità.
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