Soppressione giudice di Pace, per i sindaci e’ una truffa per i comuni

 

Sulla presunta soppressione del Giudice di pace è bene non creare equivoci e lasciarsi incantare da un Decreto legislativo che è una truffa per i comuni

“Sulla presunta soppressione del Giudice di pace è bene non creare equivoci e lasciarsi incantare da un Decreto legislativo che è una truffa per i comuni. A cui non solo si omaggia con ulteriori tagli ai trasferimenti ordinari ma si impone anche nuovi oneri… La legge, truffa, razionalizza gli oneri a carico dello Stato per addebitarli ai comuni secondo un gioco perverso in cui le territorialità sono vittima già da anni. Mi fa specie che neppure gli organi rappresentativi dei comuni abbiano gridato l’allarme” afferma il sindaco di Acireale, Nino Garozzo.

In effetti, si tratta di una “finta soppressione dell’Ufficio del Giudice di pace, perché si consente ai comuni di mantenere l’ufficio pagandone le spese. Tra cui quella del personale. In concreto, ogni Comune, pur di non perdere il proprio Ufficio del Giudice di pace, dovrà farsi carico per una funzione giudiziaria tipicamente statale, di oneri che non dovrebbe avere: immobile, servizi, personale. Come reazione, verrebbe voglia di organizzarsi e rinunciare davvero alla istituzione nelle proprie città dell’Ufficio. Vorremmo vedere poi come dovrebbe il solo capoluogo, le cui spese andrebbero invece attribuite allo Stato, pianificare concretamente l’organizzazione dell’Ufficio del Giudice di pace” prosegue Garozzo.

 “Il Comune di Acireale recentemente, e ancor prima dell’approvazione del decreto legislativo, ha già messo a disposizione dell’Ufficio nuovi locali in corso Sicilia, ampi e spaziosi, e i cui costi d’affitto ricadono sul Comune. Tutto questo anche al fine di liberare spazi per il Tribunale e il Commissariato di Polizia nei locali comunali di corso Umberto. Acireale, quindi, farà la propria parte, ma ciò non toglie che sia insopportabile che vengano attribuiti nuovi costi e nuove <deleghe> ai Comuni, e, dall’altro lato, si sopprimano trasferimenti ordinari da parte dello Stato. E’ l’ennesimo episodio che conferma i Comuni anello debole di una catena predatoria in cui lo Stato, riteniamo francamente, stia esagerando. Ci appelliamo ai parlamentari per un intervento immediato” chiude il primo cittadino acese.

Il decreto legislativo, approvato dal governo Monti, ha ridisegnato, per ridurre i costi della giustizia, la mappa giudiziaria d’Italia eliminando gli uffici con poca o scarsa produttività. Nei comuni della Città a rete Madonie-Termini Imerese saranno soppressi ben quattro uffici del giudice di pace si tratta di quelli di Gangi, Cefalù Montemaggiore Belsito e Polizzi Generosa. Uffici giudiziari che saranno concentrati nell’unico ufficio del giudice di pace che rimarrà attivo nel comprensorio cioè quello di Termini Imerese.
In una nota il sindaco di Gangi e coordinatore del Pist Città a Rete Madonie-Termini, Giuseppe Ferrarello, giudica tale decisione scellerata: “E’ l’ennesimo scippo ai danni del territorio, giovedì prossimo in occasione di un incontro che si terrà a Petralia Sottana, dove prenderanno parte tutti i sindaci del comprensorio, inviterò i miei colleghi a fare fronte comune. L’ufficio del giudice di pace ha rappresentato un alto valore simbolico di presenza sul territorio dello Sta¬to e principalmente un punto di riferimento per i cittadini ai quali si causerebbe un grave nocumento se per esercitare un proprio diritto sarebbero costretti a percorrere decine di chilometri, basti pensare la distanza tra Gangi, ultimo comune della provincia di Palermo a confine con quella di Enna e Termini Imerese. Chiederò ai colleghi sindaci – ha concluso Ferrarello – di stilare un documento di protesta e di valutare l’ipotesi di consorziarci, come previsto dal nuovo decreto, per il mantenimento di alcuni uffici del giudici di pace”.