Solidarietà alla prof. Dell’Aria. Il Coordinamento Palermo Pride aderisce ai sit in ed esprime la più affettuosa vicinanza alla professoressa Dell’Aria e, insieme a lei, agli studenti ed alle studentesse che si stanno mobilitando per sostenerla.
La sospensione per 15 giorni, a stipendio dimezzato, per non essere intervenuta contro la libertà di espressione dei suoi stessi studenti è un atto inaccettabile. Non esiste alcuna legge che imponga a chi frequenta la Scuola di non esprimere idee contro i Governi in carica: la Scuola Pubblica si chiama “Statale” perché appartiene a tutti e tutte e non ai Governi.
E’ diritto di ogni studente e di ogni studentessa articolare in modo libero il proprio pensiero (purché sia rispettoso delle libertà e dei diritti altrui) ed unico compito dei/delle insegnanti è fornire loro gli strumenti perché quel pensiero sia realmente libero. Se quel pensiero abbia o no un colore politico, che sia o meno conforme alle linee dei Governi in carica, non è materia su cui debba o possa intervenire chi insegna né chi Governa.
In una Regione che ha il primato europeo di dispersione scolastica, che brilla per l’impossibilità di strutturare il tempo pieno nella maggior parte degli Istituti, che destina poche risorse alle persone disabili, che non si è dotata di una legge regionale sul Diritto allo Studio e nella quale non si contano più gli edifici scolastici fatiscenti o con gravi problemi di agibilità, ci si aspetta che il Ministero e l’Ufficio Scolastico Regionale intervengano per risolvere questi problemi.
Che le Istituzioni intervengano, invece, per punire una professoressa sulla base di una soffiata di uno studente sedicente fascista è non solo deprecabile ma è l’ennesimo atto di indifferenza verso i reali problemi della Scuola Pubblica in Sicilia.
L’intervento contro l’insegnante ci fa pensare ad una Scuola “di regime” che ci spaventa e non ci piace affatto: il Palermo Pride difenderà sempre le prerogative di libertà e di uguaglianza della Scuola Pubblica; e tra queste c’è indubbiamente il ricordare i pericoli del fascismo, specialmente nella Giornata della Memoria. Come hanno fatto i ragazzi nel video soggetto ad indagine ministeriale. Perché per la Scuola essere “Pubblica” significa anche essere antifascista. Per Costituzione.
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