Proclamato il vincitore della la dodicesima edizione del “Sole Luna Doc Film Festival”: trionfa il film svedese Prison Sisters di Nima Sarvestani. Oltre novemila presenze complessive in sette giorni, distribuite fra eventi pomeridiani e serali, con un flusso continuo di pubblico nel complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo; un massiccio coinvolgimento della città, ma anche la conferma di una forte partecipazione da parte degli studenti palermitani e di realtà sociali particolarmente radicate sul territorio. Oltre 31 film in concorso, provenienti da tutto il mondo e suddivisi nelle sezioni The Journey (documentari che raccontano storie di popoli, di persone e di paesaggi, nella profonda interconnessione di “natura” e “cultura”); Human Rights (film che mettono in luce situazioni problematiche e di crisi nel mondo dove i diritti umani non sono rispettati, quei diritti fondamentali e inalienabili degli esseri umani in quanto tali), e con una sezione dedicata ai corti.
E ancora, una rassegna fuori concorso, intitolata Art in Doc con documentari dedicati a grandi artisti del nostro secolo che hanno approfondito tematiche legate all’arte contemporanea.
È stato tutto questo la dodicesima edizione del “Sole Luna Doc Film Festival”, promossa dall’associazione Sole Luna – Un ponte tra le culture, per “condividere l’umana ricchezza attraverso visioni e parole”.
Ecco, dunque, il verdetto della Giuria Internazionale, riunitasi a Palermo, presieduta dal regista e produttore Gianni Massironi, e composta dalla regista iraniana Firouzeh Khosrovani, dal regista, attore e fondatore del festival Asiatica di Roma Italo Spinelli, dallo sceneggiatore premio Oscar Mark Peploe e dall’antropologo dell’Università di Milano Bicocca Vincenzo Matera.
La giuria ha scelto quale Miglior Documentario della XII edizione del festival l’opera svedese Prison Sisters di Nima Sarvestani.
Trailer: Trailer https://www.youtube.com/watch?v=ejMFWAiclWw
Questa la motivazione: “Il film esprime in maniera esemplare la complessità di costruire ponti fra radicamenti culturali differenti. Anche quando tutto lascia presagire la possibilità per la protagonista di affrancarsi dai legami primordiali, familiari e religiosi, riemerge la forza dell’appartenenza”.
Al premio si sono aggiunte anche quattro menzioni, conferite sempre dalla Giuria internazionale.
Assegnata al film israeliano Who’s gonna love me now? di Tomer Heymann e Barak Heymann – Trailer https://www.youtube.com/watch?v=3p2uvYfehuE
“L’immaginazione antropologica – scrive la Giuria – è la capacità di collegare una vicenda individuale a tematiche più ampie. Racconta con abilità complesse questioni identitarie, religiose e familiari. Nella vita del protagonista una comunità molto tradizionale è spinta a ripensarsi criticamente”.
– Trailer: https://vimeo.com/162065094
“Una fotografia, poetica emisteriosa, evoca il modo inusuale con cui il soggetto interagisce con l’ambiente. Mostra in modo nitido e abbagliante la natura matrigna, indifferente per quello che succede agli animali così come a un padre eun figlio. Riflette e amplifica una sensibilità resa più acuta dalla disabilità del protagonista”.
Miglior montaggio al film norvegese 69 minutes in 86 days di Egil Haskjold Larsen.
trailer: https://vimeo.com/203807383
“L’accurata presentazione della dimensione temporale che traspare dallo sguardo della piccola protagonista durante la lunga odissea per arrivare in Svezia, consente allo spettatore un’efficace immedesimazione nel dramma dei migranti, viaggiatori forzati della nostra contemporaneità”.
La menzione che completa la cinquina, quella per il documentario più innovativo, è stata conferita al film belga Sacred waters o L’Eau sacrée, di Olivier Jourdain.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=qz1cT9EiNks
“Il film affronta,con sorprendente naturalezza, un tema sensibile, quello del piacere femminile. Utilizzando un linguaggio gioioso e popolare, ci spinge a interrogarcisull’argomento in modo non banale”.
La Giuria speciale “I nuovi italiani” per la sezione Corti del Sole Luna Doc Film Festival XII edizione, dopo una attenta valutazione, è giunta alla selezione della seguente rosa di documentari: “Alan”, “Sans le Kosovo”, “Nowhere line:voices from Manus Island”.
Prendendo in considerazione i criteri relativi al tema, alla regia, alla fotografia, alle musiche e al montaggio, ha decretato vincitore Alan, di Mohammad Jouri, con la seguente motivazione:
– per il tema trattato: la determinazione del giovane protagonista rispetto alle avversità della vita e del contesto in cui vive
– per la regia e il montaggio che conferiscono alla vicenda narrata uno sviluppo fluido e coerente
– per l’efficacia della fotografia,rispetto al tema e al contesto
-per la creatività delle musiche suonate dallo stesso protagonista.
Il Premio quale miglior film per il pubblico che ha assistito ai documentari in concorso è stato assegnato al film belga L’eau sacrée di Olivier Jourdain.
Un’ode rispettosa al piacere femminile in Ruanda, con un senso dell’umorismo e senza alcuna traccia di imbarazzo. Guidati da Vestine, una stella stravagante delle notti radiofoniche, il film scopre la sessualità ruandese alla ricerca dell’acqua che sgorga dal corpo femminile e rivela con umorismo e spontaneità il mistero dell’eiaculazione femminile. Il documentario mette a confronto lo spettatore occidentale con la propria intimità e ci fa immergere in un Ruanda moderno riscoprendo il suo patrimonio nel modo più segreto: il piacere femminile.
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