Smog a Palermo. Destano preoccupazione i picchi di smog registrati in alcune aree della città di Palermo e in particolare al porto. Questi dati sono principalmente legati al traffico, ingorghi, soste selvagge, orari da bollino rosso, che rappresentano purtroppo ancora le condizioni in cui ogni giorno i cittadini si muovono in città. Anche se, in media, i valori di polveri sottili restano per lo più contenuti nei limiti stabiliti dalla normativa, occorre attivare al più presto politiche di mobilità urbana per disincentivare l’uso delle auto private e tutelare così la salute dei cittadini.
È la fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che da Palermo ha ripreso il suo tour sui binari d’Italia per disegnare un futuro con mobilità a zero emissioni. Al centro del viaggio c’è come sempre l’attività di monitoraggio della qualità dell’aria, realizzata grazie al progetto di Citizen Science di Legambiente Volontari per Natura, con l’obiettivo di valutare l’esposizione all’inquinamento atmosferico, spesso inconsapevole, a cui i cittadini sono sottoposti quotidianamente.
I risultati di questo monitoraggio sono stati presentati questa mattina, a bordo della quarta carrozza del convoglio ambientalista, da Katiuscia Eroe, Portavoce del Treno Verde e da Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia, alla presenza di Silvio Damagini, direttore regionale Trenitalia Sicilia e Pier Paolo Olla, Responsabile, responsabile Sviluppo e Commercializzazione Territoriale Centro Sud Tirrenica RFI.
Il monitoraggio è stato realizzato nelle giornate del 15 e 16 gennaio scorso in otto punti “critici” della città di Palermo, dove sono state portate avanti misurazioni hot spot di un’ora delle polveri sottili (Pm10), con particolare attenzione ai picchi di inquinanti registrati. La situazione più critica è quella registrata all’entrata del porto su via Francesco Crispi, dove i valori di polveri sottili (Pm10) registrati sono stati di 59,4µg/mc.
Qui si sono registrati anche i picchi più elevati: per qualche minuto si sono raggiunti i 143µg/mc e in altri momenti i valori sono arrivati anche intorno ai 120 µg/mc. Su via Maqueda, invece, la media oraria è stata di 17,1µg/mc (siamo in un’area pedonale); nell’area di Cala di fronte al porticciolo la media è stata di 21,3µg/mc; al Ponte Giafar di 29,5µg/mc.
All’Istituto magistrale Finocchiaro la media oraria è stata di 39,1µg/mc, con un picco che ha raggiunto i 60µg/mc tra le 8:00 e le 8:05, cioè in corrispondenza dell’entrata a scuola degli studenti. Nella zona del Tribunale in piazza Vittorio Emanuale Orlandoinvece la media è stata di 26,4µg/mc, con un picco di 51µg/mc in almeno quattro occasioni durante l’ora serale di campionamento (tra le 19:00 e le 20:00). Infine in piazza Indipendenza è stata registrata una media di 11,7µg/mc e di fronte la Stazione Centrale di 9,9µg/mc.
«L’Inquinamento atmosferico continua ad essere un’emergenza costante nel nostro Paese, ma viene ancora affrontata in maniera disomogenea ed estemporanea, mentre occorre costruire concretamente l’uscita dalla mobilità inquinante, per contrastare i cambiamenti climatici, ridurre lo smog e rendere più vivibili le nostre città – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce del Treno Verde -. Anche i nostri monitoraggi a Palermo, seppur con risultati sicuramente non allarmanti, sottolineano però come nell’arco della giornata siano i cittadini a pagare inconsapevolmente il prezzo più alto in termini di qualità dell’aria che respirano, con disagi e rischi per la salute. Anche sul fronte dell’informazione ai cittadini occorre fare di più, consentendo a tutti di avere accesso agevolmente alle informazioni sulla qualità dell’aria nella propria città. Se per la città di Palermo i dati sono facilmente consultabili online non è così per le altre città siciliane, dove spesso questi risultati non vengono pubblicati o sono di difficile reperimento».
I trasporti stradali, ricorda Legambiente, costituiscono una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane. E che a Palermo l’automobile privata sia ancora incontrastata padrona dello spazio urbano lo dimostrano anche i dati del monitoraggio svolto dai volontari di Legambiente in tre zone della città (corso Amedeo, via Amari, piazza Indipendenza). La rilevazione – della durata di due ore in ogni punto di osservazione – ha permesso di contare in media il passaggio di una bici ogni 92 automobili (con punte in corso Alberto Amedeo di una bici ogni 157 automobili) e di un autobus ogni 175 auto (si arriva ad un autobus ogni 570 automobili in via Emerico Amari). Nel complesso dei tre punti monitorati, in un minuto, sono state conteggiate, in media, oltre 122 automobili, poco più di una bici (1,3) e meno di un autobus (0,7).
Nelle città portuali come Palermo, inoltre, le navi, specie quelle da crociera, contribuiscono in maniera rilevante all’inquinamento atmosferico a causa di motori alimentati da olio combustibile pesante (HFO) – carburante ad alto contenuto di zolfo residuato dalla raffinazione del petrolio – che emettono anidride solforosa in misura fino a 3.500 volte superiore a quella dei motori delle automobili e producono emissioni pari a quelle prodotte da migliaia di auto ferme al semaforo con motore acceso per 10-12 ore.
Il recente rapporto della European Environment Agency (EEA) stima che nelle regioni portuali, circa il 55-77% delle emissioni totali di inquinanti atmosferici proviene dalle navi. È quindi necessario che vengano applicate con rigore le norme previste in particolare per quanto riguarda il tenore di zolfo dei combustibili per uso marino. Lo stesso recente Piano Regionale di Tutela della qualità dell’aria in Sicilia ha previsto l’elettrificazione delle banchine dei porti di Palermo, Catania ed Augusta sollecitando rapidi tempi di attuazione proprio per ridurre l’inquinamento prodotto dalle navi nei porti siciliani. Dopo la tappa di Palermo, il viaggio del Treno Verde prosegue verso Bari.
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