In data 22 aprile scorso i militari della Guardia Costiera di Palermo, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, hanno eseguito la perquisizione di 11 tra macelli e stabilimenti dediti alla ricezione e smaltimento di sottoprodotti di origine animale dislocati nelle province di Palermo, Trapani, Caltanissetta, Catania, Reggio Calabria e Napoli.
L’esecuzione delle misure cautelari è stata disposta dalla predetta Autorità Giudiziaria al termine di un’attività di indagine complessa che ha preso il via dall’accertamento di un sodalizio dedito all’illecita lavorazione di pelli animali svolta in un casolare del Comune di Ficarazzi (PA) posto nelle immediate vicinanze del fiume Eleuterio, ove gli indagati, in associazione tra loro e per lo svolgimento dell’attività produttiva accumulavano tonnellate di rifiuti consistenti in scarti di bovini e ovini da allevamento in spregio delle più elementari norme di igiene e sicurezza ambientale e senza l’attuazione di protocolli approvati di autocontrollo veterinario, con la compiacenza e compartecipazione di numerosi centri di macellazione del Sud Italia che ne fornivano la materia prima falsificando la documentazione necessaria per il trasporto nel tentativo di rendere vani i successivi controlli sulla filiera.
L’operazione è scattata alla prime luci dell’alba e ha condotto al sequestro del predetto stabilimento abusivo unitamente a cinque mezzi utilizzati per la gestione illecita di sottoprodotti di origine animale e rifiuti.
Contestualmente e congiuntamente a personale dell’Arpa Sicilia e del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’ASP di Trapani, sono stati condotti accertamenti tecnici al fine di verificare, rispettivamente, eventuali inquinamenti del fiume Eleuterio e dei terreni adiacenti nonché il rispetto della normativa igienico-sanitaria di cui al Regolamento comunitario n. 1069/2009, in materia di gestione di rifiuti provenienti dalle macellazioni. Nel corso di tali verifiche è stata riscontrata la presenza di una voragine sul terreno prospiciente utilizzata per l’occultamento illecito di scarti di lavorazione.
Oltre ai numerosi illeciti penali riscontrati sono state contestate sanzioni ammnistrative per una previsione edittale da Euro 48.000 a Euro 496.000 per violazione delle norme che disciplinano la corretta e lecita gestione di rifiuti.
L’attività sopra descritta è stata posta in essere mediante l’impiego, coordinato dal Direttore Marittimo della Sicilia Occidentale, di circa 80 militari appartenenti alle Direzioni Marittime di Napoli, Catania, Reggio Calabria nonché ai Comandi dipendenti di Mazara del Vallo, Gela, Terrasini, Porticello e Termini Imerese, e di un elicottero Guardia Costiera messo a disposizione dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto con funzioni di telerilevamento ambientale.
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