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di redazione
Nei giorni scorsi si è verificato uno sversamento di sostanze petrolifere nel torrente Cantera, inquinandolo irreparabilmente. Tale fuoriuscita si sarebbe verificata in un tratto costituito da vecchie tubazioni non dotate di sistemi di controllo idonei e di sicurezza. Lo denuncia l’On. Vincenzo Vinciullo, Vicepresidente della Commissione ‘Affari Istituzionali’ dell’Ars, attraverso un’interrogazione parlamentare indirizzata al Governo regionale. Solo il pronto intervento delle squadre di sicurezza, ha aggiunto l’On. Vinciullo, avrebbe arginato il flusso del liquido, evitando che potesse giungere in mare, arrecando ulteriori e più gravi danni all’Ecosistema della Provincia di Siracusa.Questo oleodotto, ha spiegato l’On. Vinciullo, a quanto pare, in disuso, così come tanti altri che, invece, sono in funzione, attraversa le zone archeologiche di Megara Iblea e di Thapsos, famose in tutto il mondo, per la ricchezza dei resti rinvenuti e custoditi e, nonostante la gravità dell’evento e la denuncia ampiamente circostanziata di Legambiente Sicilia, sull’evento è calato il silenzio più assordante da parte degli organi di Stampa Nazionali, come ulteriore segnale del totale disinteresse nei confronti di un territorio Italiano che è ormai, da decenni, ai vertici nella drammatica lista dei siti più inquinati al mondo. Sembra quasi, commenta l’On. Vinciullo, che un disastro ambientale nella zona industriale della Provincia di Siracusa sia ormai fatto acquisito, normale e da non suscitare nessuna reazione, sdegno e contestazione come se i Cittadini della Provincia di Siracusa avessero un destino già segnato, tant’è che, ad oggi, non risulta che siano intervenute le autorità di controllo per verificare l’entità del disastro ma, soprattutto, per coordinare la messa in sicurezza nell’intera zona che merita la dovuta attenzione sia per la presenza umana che per la presenza di resti archeologici che tutto il mondo ci invidia. L’On. Vinciullo chiede, quindi: “che il Governo regionale verifichi la reale consistenza dell’inquinamento, nomini una Commissione d’inchiesta, accerti la proprietà dell’oleodotto, metta in sicurezza l’area interessata e si costituisca parte civile nei confronti dell’azienda proprietaria dell’impianto”.
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