Siracusa guarda all’Europa: approvato il registro Unioni Civili
Siracusa – Approvato ieri a Siracusa, in sede di consiglio comunale, il registro delle unioni civili con ventitré voti a favore e soltanto due contro.
Importante traguardo per il capoluogo di provincia che si mette alla pari di molte altre città italiane dando così una prima tutela a tutte quelle coppie, omosessuali e non, che convivono e non sono riconosciute dalla legge italiana.
Lunga la discussione sul provvedimento, tra i primi proposti dalla giunta Garozzo subito dopo l’insediamento della scorsa estate, con ben undici emendamenti presentati dall’opposizione.
Ad assistere al dibattito e a registrare la vittoria Tiziana Biondi, presidente dell’associazione GLBT Stonewall, e Armando Caravini, presidente della sezione locale di Arcigay che da anni portano avanti nel territorio politiche di uguaglianza e la lotta per la parità dei diritti.
– Dopo anni di battaglie – si legge in una nota diffusa dai due presidenti al termine della discussione – la comunità Gay, Lesbica, Bisex e Trans di questa città ha ottenuto un primo riconoscimento “formale” effettivo delle loro famiglie e dei loro legami affettivi.-
Le associazioni si congratulano e ringraziano il sindaco Garozzo, gli assessori e tutti i consiglieri per l’ottimo lavoro che stanno svolgendo.
Così dichiara Biondi: – Siamo contenti che ha prevalere in tutti gli schieramenti sia stato il senso civico, il consenso è stato trasversale: ciascun consigliere ha votato dimostrando di avere a cuore i diritti di tutti i cittadini, nessuno escluso. –
Ovviamente questo è solo il primo passo verso la parità e i volontari di Stonewall hanno ancora molto lavoro da fare. Così continua la presidente – Continuiamo e pensiamo a nuovi progetti di prevenzione e contrasto dell’omofobia all’interno delle scuole, per i quali abbiamo ottenuto il patrocinio gratuito da parte del Comune di Siracusa e a molto altro per migliorare la qualità di vita della comunità GLBT tutta.-
Il successo conquistato ieri a Siracusa non è soltanto della popolazione gay ma di tutta la cittadinanza: questa volta una vittoria dell’umanità.