di redazione
Palermo, 6 mar. Degrado e crolli mettono a rischio il complesso monumentale di Santa Lucia di Mendola di Noto, in Provincia di Siracusa. A lanciare l’allarme con un’interrogazione all’Ars, e’ il parlamentare regionale siciliano del Pdl Vincenzo Vinciullo, che chiede inteventi urgenti a salvaguardia del complesso e per consentirne la fruibilita’ turistica.
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Il complesso monumentale di grande rilevanza archeologico-religiosa, risale al IV secolo d.C. ed e’ legato al culto di Santa Lucia, nobile vedova romana e, in secondo luogo, di San Geminiano, due Santi del ciclo agiografico romano che trovarono la morte e il martirio in questo luogo. Il complesso chiesastico e’ costituito da una basilica ipogeica, una basilica rupestre absidata, una grotticella affrescata, un abbazia normanna, un antico romitorio e l’attuale basilica.
“Nonostante i continui appelli e le ripetute segnalazioni alla Soprintendenza da parte della locale Associazione ‘Santa Lucia di Mendola’, incaricata a pulire e vigilare sul sito, nessuna Istituzione e’ ancora intervenuta per mettere in sicurezza l’intero complesso monumentale che ha gia’ subito crolli e ulteriori crolli potrebbero danneggiare l’intero complesso monumentale in maniera permanente e cancellare una testimonianza di grande rilevanza storica, archeologica e religiosa, non si ha notizia, ad oggi, di fondi richiesti e di progetti allestiti di messa in sicurezza da parte delle autorita’ competenti”, lamenta Vinciullo.
“Il culto a S. Lucia di Mendola, vedova romana, in questo luogo si celebra, ininterrottamente, da quasi 1.600 anni e questo sito per la sua grande importanza storica, archeologica e religiosa e’ stato oggetto di approfonditi studi di illustri e autorevoli archeologi quali -ricorda Vinciullo- Paolo Orsi, Giuseppe Agnello, Aldo Messina e Salvatore Giglio e interessato da tre campagne di scavo negli anni 1948, 1951 e 1997 condotte da Santi Luigi Agnello le prime due e da Marc Griesheimer l’ultima. Una sezione del museo Bellomo di Siracusa espone alcuni resti architettonici recuperati dalla basilica normanna e facenti parte della cornice di coronamento dell’edificio, mentre innumerevoli altri frammenti giacciono, a quanto pare, nei garage della Soprintendenza di Siracusa”.
“Una suggestiva immagine del monumento e’ l’acquarello del 1785 di Jean Houel, pubblicato in ‘Voyage pittoresque’. Houel ipotizzo’ che il complesso chiesastico fosse una struttura termale di pertinenza di una signorile villa romana, ipotesi caldeggiata anche -aggiunge Vinciullo- dall’archeologo Aldo Messina”.
“Poiche’ il sito ha un alto potenziale turistico per l’interesse archeologico, monumentale, religioso, naturalistico-ambientale, tale da far registrare, durante l’intero anno, innumerevoli presenze di aspiranti visitatori che, per il pericolo di crolli devono contentarsi di vederlo dall’esterno, e’ necessario e urgente sollecitare le autorita’ competenti per ottenere un’azione di tutela tempestiva e di fruizione di un’area di cosi’ grande importanza, ricca di testimonianze storiche e religiose”, conclude Vinciullo.
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