Auto di servizio per uso personale. E scatta la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina. L’accusa è peculato aggravato e continuato.
La polizia, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il reato contestato è peculato aggravato e continuato. La misura cautelare è stata emessa dal Gip di Termini Imerese, Angela Lo Piparo, nei confronti dell’attuale sindaco del Comune di Cefalù.
Il primo cittadino della cittadina normanna è accusato di essersi appropriato – avendone per ragione del suo ufficio di sindaco di Cefalù il possesso o comunque la disponibilità – di una Fiat Panda targata CV 841 ET intestata al Comune di Cefalù, “utilizzandola per scopi meramente personali – spiegano gli inquirenti – come viaggi fuori dal territorio comunale per incontri privati”.
Secondo gli inquirenti il sindaco si sarebbe posto “frequentemente alla guida dell’autovettura dell’amministrazione comunale parcheggiandola, nei giorni feriali e festivi e in orari serali e notturni, sotto la propria abitazione, così da esercitare di fatto sull’auto un potere corrispondente a quello del legittimo proprietario, sottraendola così alla disponibilità della pubblica amministrazione”.
Sono tuttora in corso, da parte degli investigatori del commissariato di polizia di Cefalù, ulteriori accertamenti e acquisizioni documentali presso gli uffici di quel Comune.
Ritengo doveroso, nei riguardi dei cittadini di Cefalù e dell’opinione pubblica in genere, dare personalmente conto di un provvedimento adottato nei miei confronti dal GIP di Termini Imerese notificatomi, nella odierna mattinata, dalla Polizia di Stato, presso cui mi viene imposto l’obbligo di firma giornaliero.
Mi viene, in buona sostanza, contestato di non avere assunto iniziative nei confronti di un dipendente comunale, a sua volta accusato di appropriazione indebita.
Inoltre, mi viene contestato di aver fatto un uso non consentito della autovettura di proprietà del Comune.
Sono perfettamente consapevole del fatto che un amministratore pubblico è, più di ogni altro, soggetto all’azione di accertamento da parte della Magistratura, cui, con assoluta serenità, velata, lo ammetto, da un pizzico di amarezza, sono pronto a fornire ogni giustificazione ed ogni contributo, idonei ad accertare la verità e dimostrare la linearità della mia condotta.
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