Povera Sicilia, sono le prime due parole che vengono in mente al termine di una giornata convulsa sconvolta dal caso Lombardo.
Raffaele Lombardo molto probabilmente dovrà affrontare un processo per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo che il Gip non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Catania.
La Sicilia, si ritrova con un ex presidente della regione, Salvatore Cuffaro, dietro le sbarre ed un presidente in carica in odore di processo per presunti contatti con esponenti di ‘cosa nostra’. Lombardo si difende dietro un “non ho mai chiesto favori e voti ai mafiosi” ma sente la pressione e le dita puntate degli avversari politici. Si evince dal quel ‘forse qualcuno’ (se l’aspettava ndr), in risposta ai giornalisti che chiedevano se si aspettasse la decisione del Gip.
Ma quel ‘qualcuno’ che al contrario suo poteva aspettarselo, chi è? Non possiamo saperlo, ma di certo avversari non ne mancano, a cominciare dal tumultuoso ma a dire il vero mai giustizialista, Gianfranco Miccichè. Che il leader di Grande Sud non aspetti altro che le dimissioni del presidente siciliano ci sono pochi dubbi, e lo dimostra la sua voglia di diventare governatore della trinacria. Anche il Pdl, messo da parte dalle scelte del numero uno di Palazzo dei Normanni vorrebbe vederlo scendere dall’ambita poltrona. Lombardo è tra mille fuochi o parafrasando tra ‘incudine e martello’, considerando che anche dai momentanei ‘compagni di viaggio’ del PD è già giunta voce di un possibile allontanamento.
“Nel caso in cui dovessi essere rinviato a giudizio – dice Lombardo -, non sottoporrò la Regione al fango di un processo e mi dimetterei” . E allora viene da chiedersi perché questa terra non riesca a staccarsi di dosso l’etichetta di terra di mafia. Come sia possibile che non si possa governarla senza avere, in modo chiaro e preciso, un atteggiamento ed un modus operandi, che porti ad essere distante da soggetti mafiosi?
A chiarire tutti gli aspetti della vicenda Lombardo sarà un tribunale, ma resta l’amaro tra i cittadini che ad ogni elezione sperano in una svolta che sembra non arrivare mai. E mentre la regione siciliana ed in particolare i suoi comuni si affacciano verso l’ultimo caldo mese che precede le elezioni, la musica sembra non cambiare mai.
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