Il direttore artistico Alessandro Rais, già a capo della Filmoteca Regionale Siciliana, dopo avere sottolineato l’intenzione degli organizzatori di indirizzare la manifestazione verso sguardi artistici insoliti, ha spiegato di che si tratta: “Perché dare vita a un festival, per giunta in un momento in cui la cultura soffre per i tagli pubblici inferti? La genesi, nel nostro caso, è diversa. Nessun fondo a disposizione (se non europeo, magari più in là): l’iniziativa nasce dalla cooperazione di un gruppo di professionisti, volontari ed entusiasti, fra i quali la docente di inglese Silvia Antosa, e discende in qualche maniera da un’analoga esperienza a soggetto di tre giorni preparata l’anno scorso dall’associazione Kleis. Oggi l’idea assume le proporzioni di un evento internazionale, che aspira ad affiancarsi ai consolidati appuntamenti di argomento simile di Torino, Milano, Bologna e Firenze (e non è escluso qualche contatto in avvenire). Ciò è reso possibile anche grazie al prezioso apporto degli istituti culturali stranieri della nostra città, cioè il Goethe-Institut, nella persona di Heidi Sciacchitano, e il Centre Culturel Français, il cui aiuto è garantito da Éric Biagi, che cureranno omaggi e retrospettive, e di altre associazioni culturali come ’Nzocchè e Visionaria, nonché della sezione Nuove Visioni, dedicata ad autori e stili innovativi. Oltre naturalmente al Metropolitan, che ci ospita. Abbiamo pensato di non confinare tutto alla settimana dal 20 al 26 giugno 2011, quando si svolgerà il corpus del programma con il concorso (in giuria abbiamo già Roberta Torre, che si occuperà inoltre del trailer, e il giovane filmmaker Giulio Spatola), bensì dare vita a un’attività permanente, disseminare, cammin facendo, altre proposte, sia sul piano didattico (Progetto Queer, coordinato da Giovanni Lo Monaco e Cirus Rinaldi), con incontri e seminari contro l’omofobia rivolti a scuole e università, sia su quello del cinema, con serate tematiche a cadenza mensile (simbolicamente fissate per il giorno 28, data storica per il Gay Pride) in cui si ripescheranno titoli, recenti o meno, dimenticati o trascurati, o si assembleranno delle piccole maratone.”
In effetti, quasi in ottemperanza a tale intenzione, la stessa sera della conferenza stampa sarebbe stato proiettato in ante-anteprima (perciò in copia sottotitolata) I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko con Julianne Moore e Annette Bening, che la Lucky Red distribuirà solo a marzo. Lo ha portato, per un buon auspicio, Andrea Occhipinti in persona (“Penso ormai di saper riconoscere le buone iniziative”, ha dichiarato).
L’ultima parola spetta al presidente dell’Arcigay nazionale, il siciliano Paolo Patanè, ulteriore sostenitore dell’SQ: “Essere qui ha per me un significato particolare. In una società frantumata da paure ingiustificate, abbiamo finalmente modo, in questa fase, di dare spazio alla varietà del mondo, creare consenso, vicinanza, un ponte fra il semplice sentire di uomini, donne, persone.”
Il Sicilia Queer FilmFest sarà lanciato ancora, a fine giugno (e questo spiega la sua collocazione temporale), dal festival di Taormina, con il quale si è stabilita, grazie a Deborah Young, una proficua collaborazione.
Per il bando e per informazioni in più (previsti party sotto la denominazione È Queer la festa? e una gara per studenti per la realizzazione grafica del manifesto dell’SQ) il sito da consultare è: www.queerfestival.it.
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Andrea, la tua casa di distribuzione Lucky Red ci mostra dell’ottimo cinema da 23 anni. La recitazione è ormai un lontano ricordo?
“Beh, sì, ormai ho lasciato la professione di attore dal 1987 per dedicarmi appieno alla distribuzione e alla produzione, che è una cosa che mi piace. Credo di operare abbastanza bene…”
Sono d’accordo. Per quanto riguarda i titoli scelti in un così lungo periodo, ce n’è qualcuno che ti è rimasto nel cuore?
“Sono tanti. L’anno scorso, per esempio, abbiamo vinto il festival di Cannes con il bellissimo film di Haneke Il nastro bianco, da noi anche co-prodotto. Un anno prima avevamo co-finanziato Il divo di Sorrentino, poco dopo avremmo prodotto La prima linea di De Maria. Poi The Millionaire, Mare Dentro con Bardem… Un’altra nostra qualità, ritengo, è l’aver portato spesso in Italia opere di registi ancora sconosciuti, che si sarebbero affermati con il trascorrere del tempo. Forse essere un po’ un talent scout è l’aspetto che mi appassiona di più: scoprire dei nomi in giro per i festival e poi proporli da noi. Che è anche la sfida più complicata, perché dopo questi autori devi lanciarli, inventare un marketing per renderli interessanti.”
Che puoi dirci de I ragazzi stanno bene della Cholodenko, che presenterai stasera?
“The Kids Are All Right, questo è il titolo originale, ha il pregio di essere un film d’intrattenimento, divertente ma anche commovente, e di parlare di un soggetto importante: una famiglia composta da due donne sposate – in America è possibile – che hanno due figli. Il titolo serve a rimarcare che è una famiglia come tante altre, del fatto che sia incentrata su una coppia omosessuale quasi non si parla. Il punto fondamentale è l’affettività, il calore che c’è in questo nucleo, come le due madri guidino i loro ragazzi e si preoccupino per loro, del loro percorso verso la maturità e del modo in cui affronteranno il mondo. Le interpretazioni sono veramente straordinarie, sia quella di Julianne Moore che quella di Annette Bening, ma anche di Mark Ruffalo; infatti, è molto probabile che ci siano delle nominations all’Oscar per loro. Per questo aspettiamo qualche mese prima di fare uscire la pellicola in Italia.”
Massimo Arciresi
[fotografie: Massimo Arciresi]
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