Il 24,8% dei bambini residenti in Sicilia non va a scuola.
E’ quanto è emerso dall’incontro “Istruzione e Mezzogiorno, la giusta direzione per lo sviluppo del Paese», organizzato ieri all’Università di Palermo dalla Flc Cgil e dalla Cgil Sicilia. Il convegno, che si è aperto con la proiezione del cortometraggio “Punti di vista” di Francesca La Mantia, si è tenuto nella sala delle Capriate del complesso Steri, che è la sede del rettorato. Si tratta di una percentuale superiore del 10,9% rispetto alla media del Sud Italia. Il dato sembra essere legato alla mancanza in quasi tutte le scuole elementari di una mensa scolastica. Il tempo pieno è attivo solo nell’8% delle scuole elementari, e l’80% dei bambini non usufruisce del servizio mensa. La percentuale di dispersione scolastica sale al 40% nel palermitano e al 41% in provincia di Caltanissetta.
Dati sconfortanti che si scontrano con quelli registrati al Nord, dove troviamo una situazione decisamente capovolta. Nelle regioni del Nord, infatti, la percentuale di scuole che permettono ai genitori di poter lasciare i figli a tempo raggiunge il 48%, come in Lombardia, che si attesta come la regione in cui più scolarizzata. «Le regioni dove non è assicurato il servizio mensa – ha dichiarato la segretaria generale della Flc Sicilia Graziamaria Pistorino intervenendo all’iniziativa – sono quelle dove si registrano i maggiori tassi di dispersione scolastica».
Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia «la non statale supplisce alla cronica carenza della scuola di Stato in un contesto – spiega il sindacato – che ha registrato in 10 anni 77.365 studenti in meno. Quest’anno sono stati 12.428 in meno rispetto all’anno passato e la diminuzione è stata dovuta anche all’immigrazione di interi nuclei familiari, con una desertificazione anche sotto il profilo delle risorse umane».
All’incontro ha partecipato anche il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso, che ha concluso il convegno ponendo l’accento sulle questioni prioritarie da affrontare nel Sud per contrastare la dispersione scolastica. «Le prime infrastrutture di cui ha bisogno il Paese – ha detto la Camusso – non sono le strade, ma gli asili nido e le scuole, per dare gli stessi diritti ai bambini del Nord e del Sud. C’è un problema di diritto allo studio perché oggi la scuola è diventata costosa, una condizione che allarga le diseguaglianze. I trasporti e le mense fanno parte dei costi da sostenere per garantire questo diritto».
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