La chiesa di San Giorgio di Modica (RG) fu eretta a seguito della cacciata degli arabi dalla Sicilia dal conte Ruggero D’Altavilla intorno al 1090. Nell’arco dei secoli venne più volte ricostruita a causa di disastrosi terremoti, a partire dal 1500 fino al più grave del 1693 che interessò tutta l’area del Val di Noto. Nel 1630 con bolla pontificia di Urbano VIII la chiesa di San Giorgio fu eretta a collegiata, conosciuta da tutti prima come Basilica e successivamente come il Duomo Di San Giorgio, ma ciò che ammiriamo oggi è il risultato finale della ricostruzione settecentesca, monumento simbolo per eccellenza del Barocco Siciliano.
Il Duomo di San Giorgio di Modica sicuramente rappresenta l’architettura più imponente e scenografica e per questo suggerita da uno dei più grandi e autorevoli storici dell’arte (Maurizio Fagiolo dell’Arco Roma 1939-2002) per essere inserita tra le sette meraviglie del mondo barocco, comunque sia la chiesa di San Giorgio che già fa parte di un capitolo di storia dell’arte Barocca è stata riconosciuta ed inserita nella lista mondiale dei beni dell’Umanità dall’UNESCO. All’esterno i lavori di restauro e successive modifiche si protassero fino al 1842, in alcuni casi si scelse di demolire alcune parti seppur sane della costruzione secentesca, l’imponente facciata a torre fu arricchita di dettagli e fu innalzato un III° ordine spostando le campane e l’orologio dal II° al III° cosi come previsto dal progetto di Labisi, la cupola si innalza per 36 metri , tutto l’insieme è armonizzato da un giardino pensile su più livelli costeggiato dalla scenografica scalinata composta da 164 gradini, aggiunta dal gesuita Francesco Di Marco.
L’interno a 5 navate contiene 22 colonne sormontate da capitelli corinzi, e tra le navate si possono ammirare un grandioso organo di 80 registri e 3000 canne, costruito nel 1885 dal bergamasco Casimiro Allieri, un dipinto dell’Assunta del tardo manierista fiorentino Filippo Paladini (1610). Una pittura secentesca naif su legno di Carlo Cane raffigurante la natività, una tela del seicento raffigurante il martirio di Sant’Ippolito di Cicalesius, una statua marmorea di scuola gaginiana raffigurante la Madonna della neve della bottega palermitana di Mancini e Berrettaro del 1511. Il grandioso polittico dell’altare maggiore composta da ben 10 tavole raffiguranti scene della sacra famiglia e della vita di Gesù, dalla nascita fino alla risurrezione e ascensione, oltre a due riquadri di classiche iconografie dei due santi cavalieri, San Giorgio che sconfigge il dragone e San Martino che divide il proprio mantello con Gesù, che gli si presenta sotto le vesti di un mendicante. Sull’altare in fondo ad una delle navate di destra poggia l’Arca Santa chiamata “La Santa Cassa” opera in argento intarsiato, costruita a Venezia nel XIV secolo e donata alla chiesa dai conti-mecenati della dinastia dei Chiaramonte.
Sul pavimento dinanzi l’altare maggiore nel 1895 il matematico Armando Perini disegnò una meridiana solare, il raggio di sole che entra dal foro dello gnomone posto in alto sulla destra , a mezzogiorno segna la meridiana il mezzogiorno locale , all’estremo sinistro della meridiana , una lapide del pavimento contiene l’indicazione delle coordinate geografiche della chiesa e della città di Modica.
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