“Mentre a Roma il governo parla di ponte sullo stretto e autonomia differenziata, in Sicilia si consuma una crisi idrica senza precedenti. L’emergenza riguarda da vicino, nell’immediato, da 1 a 3 milioni di Siciliani e 100 comuni circa. I razionamenti d’acqua sono già partiti, il volume degli invasi si è dimezzato nel giro di un mese e tra alcune settimane diversi territori saranno a secco.
I danni sono enormi anche per le attività produttive. I terreni coltivati stanno diventando deserti improduttivi. Il grano non cresce più. Manca il fieno per gli allevamenti di bestiame. A causa dei cambiamenti climatici in atto rischiamo di perdere oltre 1000 prodotti igp e dop come il pecorino siciliano, il passito di Pantelleria e molto altro ancora.
Le statistiche ci dicono che da almeno cinque anni le precipitazioni sono gravemente diminuite. Solo adesso, però, il governo regionale si è affrettato a richiedere lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica. Ma è troppo tardi. Occorre maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici e sulle sfide che ne derivano e che possono essere combattute solo col supporto dell’Unione Europea. Da soli non si va da nessuna parte.”
Così Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee.
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