Confagricoltura Sicilia ha partecipato ieri a Ortigia all’incontro del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, con le organizzazioni di categoria in vista del prossimo G7. Il Presidente Rosario Marchese Ragona ha chiesto al Ministro un sostegno del governo nel mettere in funzione tutte le dighe esistenti in Sicilia e non collaudate, nel vigilare sul regolare funzionamento delle condutture evitando perdite e furti di acqua, nell’attivare i dissalatori, nel riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, sottolineando come i disagi legati alla siccità hanno ripercussioni tangibili non solo sull’agricoltura, ma su tutti i cittadini siciliani e sul turismo, tra i settori più strategici per l’economia dell’isola.
Il Presidente di Confagricoltura Sicilia ha citato le controverse e assurde vicende legate alla cattiva gestione delle dighe esistenti, come ad esempio la Diga Ragoleto-Dirillo, dove si lasciano 1200 aziende senz’acqua, adducendo come motivazione la tutela dei pesci e fabbisogni industriali sostanzialmente inesistenti. All’interno del sito è presente, tra l’altro, un dissalatore non in funzione. Oppure il caso della Diga Gibbesi, grande incompiuta, 100 ettari di specchio d’acqua con le paratie aperte che non ha mai invasato un litro d’acqua.
Rispetto alle cartelle salate che i Consorzi di Bonifica stanno inviando agli imprenditori per un servizio inesistente, ha chiesto l’immediato annullamento di una richiesta che rappresenta la beffa oltre il danno. Marchese Ragona ha poi ribadito la necessità dell’attuazione degli sgravi fiscali previsti dalla dichiarazione di calamità naturale. Sull’abbattimento dei capi ha ricordato come Confagricoltura, prima di chiunque altro, avesse chiesto un sostegno per gli allevatori che decidevano di realizzarlo in modo programmato. Adesso sono costretti a farlo, con perdite economiche consistenti.
Marchese Ragona ha infine ribadito l’impegno vigile di Confagricoltura nella collaborazione fattiva con le Istituzioni di governo regionali e nazionali affinché arrivino risposte celeri e concrete agli imprenditori agricoli e agli allevatori siciliani che non possono attendere i tempi biblici della burocrazia. Adesso bisogna superare la fase critica con provvedimenti straordinari, ma bisogna lavorare parallelamente per programmare gli interventi strutturali annunciati e imprescindibili per il futuro dell’agricoltura siciliana.
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