Si suicida, rompe una rete e i vicini fanno causa
A Genova succede che una donna di 40 anni si getta dal balcone e rompe la rete di protezione del giardino degli inquilini del piano terra. Il padre della donna che da tempo soffriva di depressione è un pensionato, che alla prima richiesta di risarcimento, avvenuta nell’immediatezza della tragedia, mette il dolore da parte e con solerzia ottempera al pagamento tramite la propria assicurazione. Il perito verifica, poche centinaia di euro, l’ assegno viene staccato, la situazione Suo malgrado è risolta nel giro di un paio di settimane.
Il padre può finalmente tornare nell’appartamento del piano alto e pagare ciò che nessuna assicurazione potrà mai colmare. Nessuna somma di denaro per la vita, nessuna rete di contenimento per il dolore.
Ma non basta, questo non basta, perché i proprietari del giardino non sono soddisfatti della somma erogata dalla compagnia; quindi riconvocano il pensionato e minacciano di adire le vie giudiziarie per un’integrazione alla liquidazione del danno ritenuta insufficiente. Si tratta di poco più di ulteriori cento Euro.
Il condominio non interviene, rimane inerte dinnanzi a questa richiesta. Nessun riguardo delicato da parte dei proprietari terreni nei confronti del padre.
Da un lato cento Euro, dall’altro la deplorazione di un uomo distrutto da un castigo infernale.
Seppure la bilancia della vita per taluni pende più da un lato che dall’altro, alla resa dei conti, ci si accorge che se alcuni vivono una volta sola, altri ancora nemmeno quell’unica volta.
“Esistere” non è “vivere”, in pochi afferrano il vero senso della vita, altri possono solo tirare ad indovinare.