Politica

Sgarbi si candida alla guida della Regione e a riabilitare Cuffaro

Vittorio Sgarbi si sa, è un uomo dalle mille risorse. Dal suo cilindro questa volta ha tirato fuori la candidatura alla presidenza della Regione Sicilia.

Dopo essere stato sindaco di Salemi, il noto critico d’arte questa volta vuole governare l’intera regione. Perchè? Perchè lui è Sgarbi! Lo afferma lui stesso a Radio Cusano Campus: “”Io sono io, gli altri chi sono?”. Per presentarsi davanti ai siciliani e chiedere il voto, secondo l’autore di “Rinascimento” bisogna essere in qualche modo riconoscibile per quello che si è fatto, bisogna aver lasciato un segno, al contrario degli attuali candidati, fin troppo anonimi. Alcuni rei di non essere nemmeno laureati, come il grillino Giancarlo Cancelleri.

In molti penseranno ad una strategia pubblicitaria, vista l’uscita, ormai prossima, del suo ultimo libro, che diventa il suo manifesto politico. Fatto sta che si tratta di una scelta ragionata e resa pubblica dopo che i grandi partiti giocano finalmente a carte scoperte e hanno reso chiare le alleanze. Come precisa lui stesso, infatti, da diversi mesi è residente a Calascibetta e per le operazioni di rito si appoggerà sul territorio al Movimento “Moderati in rivoluzione”.

E per lanciare la sua campagna elettorale, Vittorio Sgarbi sente il bisogno di dover citare Totò Cuffaro, che descrive quasi come uno statista d’altri tempi, dimenticandosi una condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia. Ma almeno Cuffaro è laureato. Non solo, per Sgarbi “ha subito un processo ingiusto in nome di un’antimafia che si è fatta controparte politica. Un processo che non ha colpito solo un uomo, ma ha criminalizzato la Sicilia intera”.

Il critico d’arte, che si sente così legato alla Sicilia da volerla salvare dalla possibilità che venga governata da un Musumeci o da un Fava, intende ripartire “dalla vicenda umana e politica dell’ex governatore Cuffaro per ribadire che è possibile un progetto di riscatto culturale in nome della verità e contro ogni impostura, giudiziaria e politica. La Sicilia va liberata dal peccato originale – aggiunge Sgarbi – che la rende un luogo pericoloso essendo invece un luogo bellissimo. Il presidente Cuffaro è stato il presidente dei Siciliani, che non sono mafiosi come non lo è lui”.

 

 

Carmelinda Comandatore

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