Sgarbi querela il Pm Francesco del Bene: trattativa Stato-Mafia

Sgarbi querela il Pm Francesco del Bene. Vittorio Sgarbi ha dato mandato al suo legale Giampaolo Cicconi di querelare il Pm Francesco del Bene che ieri a Palermo durante la requisitoria nel processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia ha, in maniera del tutto arbitraria e dunque senza alcun riscontro, messo in relazione le civiche battaglie di Vittorio Sgarbi in materia di giustizia.

In particolare contro gli abusi dei pubblici ministeri sulla carcerazione preventiva e sulla contestazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, durante gli anni in cui conduceva “Sgarbi quotidiani”, con una presunta strategia concordata tra Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano.

Sgarbi querela il Pm Francesco del Bene: “Dovrà rendere conto di questa palata di fango”

“Una tesi senza alcun fondamento, buttata lì, in mezzo alla requisitoria, quasi come ammonimento a chi osa criticare l’operato di Pm che non cercano fatti o prove, ma suggestioni da dare in pasto alla stampa.

Pensavo – osserva Sgarbi – che l’opera di “mascariamento”, assai di moda in Sicilia nei confronti dei nemici, fosse solo una prerogativa della mafia: prendo atto che così non è. L’accostamento del mio nome a quello di Mangano è gravemente diffamatorio e Del Bene ne dovrà rendere conto.

Ricordo che queste accuse giungono, come un vero e proprio avvertimento, a pochi giorni dalle mie forti critiche proprio ai Pm che sostengono l’accusa in questo processo costruito su teoremi e ricostruzioni farlocche. Ricordo a Del Bene di essere stato in passato minacciato pesantemente da criminali poi pentiti, tra i quelli Melluso, quello del caso Tortora. Sappia, Del Bene, che io non dimentico le canagliate.

“Mai come adesso – conclude Sgarbi – sento il dovere di ricordare le parole di Agnese Borsellino rivolte a me qualche anno fa nel corso di una sua visita a Salemi: «Come siciliana sono felicissima della scelta di Sgarbi che da Nord ha scelto di fare il sindaco in una cittadina siciliana.

Credo che non l’abbia fatto per curare la sua immagine, perché non ne ha bisogno; vedo nel lavoro di Sgarbi un’azione missionaria. E’ stata scelta una persona che viene da lontano, per far sì che, non con le chiacchiere ma l’azione, e soprattutto il linguaggio eterno dell’arte, si possano trasmettere valori positivi. Auguriamoci ci siano tanti Vittorio Sgarbi che possano portare qualcosa di nuovo in altre realtà della Sicilia”.