Gli agenti della Polizia Municipale di Palermo, nell’ambito dei controlli “alto impatto” nei luoghi della movida, lo scorso fine settimana hanno eseguito un sequestro preventivo in un locale di corso Vittorio Emanuele e un controllo ispettivo in un’altra attività di via Cavour. In totale, sono stati elevati verbali per quasi 18 mila euro.
Nel caso del locale in corso Vittorio Emanuele, il sequestro preventivo ai sensi dell’art 321 C.p.p., si è reso necessario per violazione dei sigilli ad opera del titolare. L’attività, infatti, era stata già sottoposta a sequestro penale dagli agenti della Polizia Municipale lo scorso 17 febbraio, durante un altro servizio di Alto Impatto. All’atto del controllo dei giorni scorsi, l’esercizio commerciale era aperto al pubblico con all’interno avventori dediti al consumo di alimenti e bevande. Particolare impossibile da trascurare, all’interno del locale non erano presenti né materiali edili, né attrezzature riconducibili ai lavori per la messa in sicurezza e la rimozione delle rilevanti criticità strutturali dell’immobile, che avevano condotto gli agenti al primo sequestro.
Diverse le contestazioni elevate:
– Art. 64 comma 1 D.Lgs. 59/2010, perché sprovvisto della prescritta SCIA per la somministrazione di alimenti e bevande, con verbale di accertamento dell’importo di euro 5.000,00;
– Art. 6 comma 3 D.Lgs. 193/07, in correlazione con il Regolamento CE 852/04 e 853/04, perché privo della prescritta SCIA sanitaria, con verbale di accertamento dell’importo di euro 3.000,00.
Il custode giudiziale/titolare è indagato per i seguenti reati penali:
– Art. 349 C.p., per violazione dei sigilli per ordine dell’Autorità Giudiziaria apposti al fine di assicurare la conservazione dell’immobile;
– Art. 334 C.p. per sottrazione di cosa sottoposta a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale;
– Art. 335 C.p., perché avendo la custodia di una cosa sottoposta a sequestro nel corso di un procedimento penale, per colpa ne cagiona la dispersione, ovvero ne agevola la sottrazione.
Nel secondo locale, all’atto del sopralluogo, dopo un’attenta attività di osservazione nelle adiacenze dell’esercizio commerciale, gli agenti notavano che agli avventori venivano somministrate al banco, dopo l’orario consentito, bevande alcoliche e superalcoliche, consumate, poi, in uno spiazzo adiacente.
Si accertava anche che il lavoratore dipendente, addetto alla vendita delle bevande, identificato dagli agenti, insieme a tre avventori, era privo del prescritto titolo professionale necessario per la manipolazione e somministrazione di alimenti e bevande.
Applicate le seguenti contestazioni:
– Si vendevano bevande alcoliche e superalcoliche oltre l’orario consentito, con verbale di € 6.666,67;
– Si rilevavano gravi ed evidenti carenze igienico sanitarie e strutturali, con verbale di € 2.000;
– Il dipendente era privo del prescritto attestato di alimentarista, con verbale di € 1.000.
Immediata l’interruzione dell’illecita vendita della bevande alcoliche.
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