Cronaca

Sequestrati oltre un quintale e mezzo di botti nel palermitano

La Polizia di Stato, negli ultimi giorni, tra Palermo e provincia, ha effettuato due ingenti sequestri di botti che hanno impedito l’immissione nel circuito illegale dei fuochi di contrabbando di oltre un quintale e mezzo di materiale esplodente.

Sul settore del commercio dei botti illegali, la Polizia di Stato, quest’anno, ha ritenuto di alzare ulteriormente la soglia della sua attenzione perché all’intendimento di reprimere una forma di potenziale nocumento fisico e di fastidio sonoro, si è aggiunto quello di scoraggiare eventi che possano stimolare forme di assembramenti ed aggregazioni, quali le tradizionali esplosioni dei fuochi d’artificio.

Le periferie palermitane sono sempre state un grande “serbatoio” di botti illegali ed anche quest’anno non si sono sottratte all’assolvimento del compito. Con una brillante ed efficace operazione investigativa, i poliziotti del Commissariato di P.S. “Brancaccio”, con la collaborazione del Nucleo “Artificieri” ed “Antisabotaggio” della Questura, nel corso di due distinti episodi, hanno scovato in tempo, oltre un quintale e mezzo di botti, ben nascosti tra lo “Sperone” e Bolognetta.

Nella prima circostanza, i poliziotti sono giunti in un garage di via Mariano Campo, allo Sperone dove in un magazzino nella disponibilità di un 32enne pregiudicato, hanno rinvenuto 60 chilogrammi di botti già assemblati e pronti  per la vendita. Il palermitano è stato denunciato ed i botti posti sotto sequestro. A distanza di 24 ore, all’interno di due casolari rurali, sede un tempo di una fabbrica dismessa di giochi pirici, a Bolognetta, i poliziotti dello stesso Commissariato hanno rinvenuto 65 chilogrammi di mistura pirotecnica e 29 di artifizi pirotecnici artigianali. Anche in questo caso, il materiale è stato sequestrato ed il 47enne palermitano che aveva la disponibilità degli edifici rurali denunciato.

Le indagini dei poliziotti sono adesso orientate ad individuare i destinatari dei botti illegali e quindi a scoprire chi si sarebbe occupato della loro vendita “al dettaglio” ed “al minuto”, plausibilmente anche sulle bancarelle degli storici mercati rionali palermitani.

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